Il giovane viveva a Cerveteri e si era diplomato al Marconi di Civitavecchia. La sua grande passione, girare il mondo e volare. Il battesimo dell’aria otto mesi fa
Per ore hanno cercato il relitto in fondo al Tevere, lottando contro la corrente molto forte dopo la diga di Castel Giubileo, con il fango che azzera la visibilità.

I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno lavorato ore ieri, e per tutta la notte, anche con speciali ecoscandagli digitali – i Rov – capaci di disegnare il fondale, per trovare i resti del velivolo affondato poco prima delle 15.30 all’altezza di via Vitorchiano, sulla Flaminia, dopo un ammaraggio sul fiume effettuato dal pilota del biposto, Giannandrea Cito, forse per un problema al motore. Una planata che avrebbe dovuto concludersi in un altro modo. Invece adesso la polizia, con gli ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, indagano sulla scomparsa dell’allievo che sedeva accanto a lui. Il 23enne disperso, Daniele Papa, per il quale si nutrono poche speranze era nato a Roma ma viveva da molti anni a Cerveteri.
Ha compiuto i suoi studi a Civitavecchia all’Istituto Tecnico Marconi dove si era diplomato perito informatico.
Potrebbe essere rimasto incastrato nella carlinga andata a picco in pochi istanti dopo che il velivolo aveva toccato la superficie del Tevere. Elica e motore hanno fatto affondare l’apparecchio dal quale l’istruttore, di 30 anni, è invece riuscito a saltare fuori. Soccorso da alcuni abitanti della zona, il pilota è stato trasportato con l’eliambulanza Pegaso 21 dell’Ares 118 che in pochi minuti aveva raggiunto il luogo dello schianto e trasferito Giannandrea Cito al policlinico Gemelli e ricoverato in prognosi riservata.
Non sarebbe tuttavia in pericolo di vita ed è già stato sentito da chi indaga. Due le inchieste aperte – Procura e Ansv – per fare luce sull’incidente al velivolo decollato poco prima dell’incidente dall’aeroporto dell’Urbe per uno dei tanti voli di addestramento della scuola piloti.

All’improvviso è successo qualcosa che ha spinto il pilota, che ha comunicato alla torre di controllo di trovarsi in difficoltà, a tornare indietro ma proprio sul Tevere l’aereo ha perso potenza tanto da convincere l’istruttore a tentare un ammaraggio sul fiume. E così è stato, solo che una volta in acqua, l’allievo per motivi ancora non chiari, non è riuscito a salvarsi. Il pilota – che in quel frangente è anche il comandante dell’aereo – rischia di essere indagato per omicidio colposo.