La denuncia del consigliere regionale Claudio Ricci: “La sanità umbra scende al decimo posto in Italia, per livelli di qualità, e si distribuiscono soldi extra ai dipendenti”
PERUGIA – Claudio Ricci ritiene che, in materia di sanità, la “misura sia colma” e fa emergere un fatto “poco accoglibile” (direi “sconcertante”), relativo ad una delibera del direttore generale “facente funzione” (fatta in itinere di nomine che hanno determinato la crisi di Giunta), che ha assegnato fondi economici “incentivanti”, ed extra rispetto alle risorse generali, a dipendenti della USL 1, con ampia “disinvoltura” e poca trasparenza individuando i beneficiari solo con la “matricola interna” (delibera n. 223 del 25 febbraio 2015, con la quale si attiva il secondo 50% di “incentivo”).
“Credo – dichiara Ricci – di aver dimostrato un atteggiamento incisivo ma propositivo, ma questa decisione non è accettabile e dovrebbe determinare una immediata revoca con verifica da parte degli organi di controllo: per questa ragione rendo pubblico il fatto. Sarebbe inutile la giustificazione eventuale con la solita frase la legge lo consente in quanto, soprattutto in questo momento, non è opportuna la decisione. Non ci sono giustificazioni”.
“Visto che – continua il consigliere – i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) pongo l’Umbria al 10 posto in Italia bisognava pensare, più che ad “incentivi extra al personale”, a nominare direttori e dirigenti in base al merito, diminuite i tempi di attesa per gli esami, attivare la cartella sanitaria informatica, realizzare completamente (per risparmiare) il Centro Regionale di Acquisti Sanitari (CRAS) e sviluppare un sistema sanitario (distretti territoriali, piccoli ospedali e grandi nosocomi) ottimizzato le gestione con una unica ASL e una una unica Azienda Ospedaliera (con sedi in Perugia e Terni)”.
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