La Camera affossa l’esito referendario del 2011
Il testo, molto diverso dalla proposta iniziale, va in contrasto con lo spirito referendario che chiedeva l’esclusione dei privati; sono state soppresse le norme sulla gestione come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, ed è stata altresì espunta anche la disciplina per l’attuazione della ripubblicizzazione della gestione del servizio e la previsione di un apposito Fondo nazionale per finanziarla.
Speravamo che avendo firmato questa proposta di legge – dichiarano i portavoce M5S – e ancor di più avendo aderito all’intergruppo per l’Acqua Bene Comune, che prevedeva impegni precisi nei confronti dei cittadini, il PD avrebbe avuto la decenza di rispettare i principi fondanti di questa proposta che, ricordiamolo, parte da una iniziativa di legge popolare.
Gli emendamenti del PD, invece, hanno dimostrato esattamente il contrario, smontando la proposta iniziale da loro stessi firmata e snaturando quindi completamente il senso dell’iniziativa popolare.
Il testo approvato – precisa la Gagnarli – non porta più la nostra prima firma e neppure le firme degli altri colleghi 5 stelle, perché non vogliamo renderci partecipi di una enorme presa in giro, riteniamo che la soppressione della ripubblicizzazione e delle modalità di finanziamento dei fondi che renderebbero possibile l’attuazione della legge, sia stato un modo chiaro ed inequivocabile, da parte della maggioranza, di disconoscere la proposta di legge che loro stessi hanno inizialmente firmato, tradendo così il mandato affidatoci dai promotori della proposta di legge e dei referendum.
Quello approvato – prosegue – è un testo che socializza le perdite e privatizza gli utili, un testo che ha confermato l’impostazione globale verso il gestore unico e la gestione attraverso le multi-utility e non garantirà neanche il diritto umano all’Acqua, come successo finora con i distacchi subiti anche ad alcuni cittadini aretini. Ancora una volta – conclude la pentastellata – questa legge esprime una volontà del Governo esattamente opposta alla volontà popolare.