Mentre permane l’interruzione della tratta ferroviaria Umbertide-Città di Castello e non è alle viste alcun concreto ripristino, riapre al traffico la galleria a San Gemini: Perugia e Terni torneranno così collegate via Todi, dopo oltre due anni di stop.
Ma come sarà effettuato il trasporto? Al solito immutabile modo: treni logori, ancora a gasolio, quando l’elettrificazione sull’intera linea è stata ripristinata ben sette anni fa. Intanto 20 milioni di euro di elettrotreni nuovi, sottoposti ai vandali di turno, cannibalizzati per i pezzi di ricambio, marciscono da tempo in un piazzale a Umbertide. E’ serio questo? Il M5S lo chiederà molto presto alla Corte dei Conti.
In questi giorni abbiamo evitato di partecipare alle enfatiche quanto vane parate della Giunta Marini; siamo invece andati a parlare con alcuni ferrovieri. La frustrazione di costoro è palpabile ed è la stessa degli utenti. Anzitutto è confermato che, da anni, si potevano sfruttare gli elettrotreni sull’intera ex Ferrovia Centrale Umbra. La motrice a gasolio verrebbe infatti impiegata unicamente sulla tratta Ponte S. Giovanni – S. Anna, ancora non elettrificata (e causa di un inquinamento imbarazzante). I ferrovieri aggiungono che, a questo punto, è però necessario anche ricollaudare tutta la linea di contatto aereo, inutilizzata e carente di manutenzione sin dagli esordi.
Frattanto si ricomincia coi vecchi treni a gasolio. Salire a bordo significa offrire al viaggiatore un’esperienza speciale, fatta di intense inalazioni di particolato e ferodi dei freni. Tra uno sbuffo e l’altro, il black carbon e il resto vengono sparsi a piene mani pure lungo la campagna umbra, già ammorbata dagli innumerevoli TIR della E/45.
E’ un collegamento notoriamente lentissimo, con troppe fermate. Mai diretto. E’ la nostra Freccia del Sud: da un’ora a mezzo a quasi due ore per coprire gli 84 chilometri tra Perugia e Terni, con una media variabile tra 45 e 55 km/h! Un’Ape Piaggio farebbe meglio.
Dunque 46 anni di regimetto umbro, ma non un investimento logico e conseguente sui trasporti, tantomeno sul ferro. E così, oggi, l’intera infrastruttura ex FCU, a lungo trascurata, sfinita, verrà ceduta a Rete Ferroviaria Italiana, a condizioni tuttora ignote.
In tal modo lentamente muore una regione immobile, deprivata di collegamenti ferroviari, aerei e stradali minimamente adeguati, scomoda e difficile da raggiungere. Come e peggio di chi l’ha preceduta, la Giunta Marini pare incapace di tracciare credibili scenari, rigettando percorsi di sostenibilità e velocità del tutto abituali altrove. Cui prodest seguitare così?
Andrea Liberati,
Capogruppo M5S
Consiglio regionale Umbria