L’uomo è accusato di violenze psicologiche anche sulla ”figliastra”
VITERBO – Cinquantenne arrestato per violenza sulla convivente. A seguito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Viterbo nel tardo pomeriggio di ieri, personale della Polizia di Stato della locale Squadra Mobile ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a un cinquantenne residente in un paese della provincia di Viterbo, con precedenti per reati contro la persona, tra cui omicidio volontario, minacce e percosse.
In particolare, le attività d’indagine che hanno determinato l’autorità giudiziaria a emanare il citato provvedimento restrittivo, per i reati previsti dagli artt. 61, 572, 612 e 339 c.p., traggono origine da una denuncia presentata negli uffici della Squadra Mobile dalla convivente dell’uomo, nella quale venivano evidenziate tutta una serie di vessazioni di natura psicologica e fisica a cui la malcapitata era stata sottoposta nel periodo della loro convivenza.
L’uomo ossessionato dalla gelosia, la umiliava continuamente con frasi irripetibili, le impediva di frequentare i suoi familiari e i suoi amici, la minacciava ripetutamente di morte mediante l’utilizzo di coltelli.
Addirittura, vantandosi del fatto che nella sua regione d’origine da giovane aveva commesso un omicidio ai danni di un suo coetaneo, diceva alla compagna che gli avrebbe fatto fare la stessa fine. Le vessazioni fisiche le subiva anche durante il periodo della sua gravidanza, essendo oggetto di percosse con schiaffi e pugni.
Dal racconto della vittima emergeva che l’uomo durante la convivenza, aveva sottoposto a continui atti di violenza psicologica anche la figlia minore della donna, avuta da un precedente matrimonio, la quale oltre a essere oggetto di frasi offensive, era costretta ad assistere alle percosse e minacce nei confronti della madre.
In base a quanto dichiarato nella denuncia, il 18 aprile scorso, per il tramite dei servizi sociali, personale della Squadra Mobile trasferiva d’urgenza in una struttura protetta la vittima unitamente ai due figli minori; questo al fine di scongiurare, nella fase delle indagini, ogni minimo pericolo per la loro incolumità.
In tali frangenti veniva effettuata una perquisizione domiciliare e personale a carico dell’indagato che consentiva di rinvenire e sequestrare due coltelli di genere vietato, di cui uno occultato sulla sua persona.
Contestualmente si effettuavano opportuni riscontri a quanto denunciato dalla donna anche mediante diverse audizioni testimoniali. Veniva sentita a verbale, nelle forme dell’audizione protetta alla presenza di esperti di psicologia infantile, la minore che confermava le vessazioni subite dall’uomo. Trasfuse tutte le risultanze investigative in una dettagliata informativa di reato, il pubblico ministero titolare dell’indagine depositava una richiesta di misura cautelare in carcere a carico dell’uomo che veniva concessa dal Gip del tribunale di Viterbo nella giornata di ieri.
Il questore Suraci dichiara ”La Squadra Mobile, brillantemente coordinata dalla Procura della Repubblica di Viterbo, ha sapientemente applicato la normativa prevista per questo tipo di reati concludendo con successo l’operazione di Polizia Giudiziaria”.