Mons. Piemontese: “Approfittate di questo tempo per trarre dal negativo il positivo, dal male il bene; resettate la vostra vita, reimpostatela su nuovi binari di verità e di rettitudine”
Duecentocinquanta detenuti hanno partecipato al Giubileo della Misericordia nella Casa Circondariale di Terni, che è stato celebrato il 23 maggio dal vescovo Giuseppe Piemontese, dal cappellano dell’istituto padre Rino Morelli e da altri sacerdoti, all’interno del campo sportivo del carcere.
Ai detenuti e personale del carcere è giunto anche il saluto e la benedizione apostolica di papa Francesco che ha inviato un telegramma in occasione di questo particolare Giubileo celebrato a Terni: «saluto ed auspico che tale evento susciti in ciascuno un vivo desiderio di rinnovamento interiore, sostenuti dalla fede e dalla speranza, doni di Dio, padre ricco di misericordia, incoraggiando a guardare al futuro con fiducia».
Alla celebrazione hanno partecipato anche gli operatori penitenziari di polizia, addetti ai servizi, dirigenti e i volontari di vari gruppi che prestano servizio all’interno del carcere, dalla Caritas, all’Unitalsi al Rinnovamento nello Spirito Santo ed alcuni fedeli della comunità diocesana che hanno espresso il desiderio di attraversare la porta santa del carcere per celebrare in forma comunitaria, come un’unica comunità o parte della chiesa particolare, il Giubileo della Misericordia. La celebrazione è stata animata dal coro diretto dal maestro Paolo De Santis. Le letture e il servizio ai celebranti è stato effettuato da alcuni detenuti. A conclusione della celebrazione è stata recitata la preghiera alla Madonna della Misericordia copatrona di Terni, mentre un detenuto ha letto una preghiera da lui scritta. Nella sua omelia il vescovo Piemontese ha sottolineato il senso del Giubileo quale momento propizio per rinnovare l’amicizia con Dio, un invito alla gioia, alla riconciliazione e all’affrancamento dei debiti.
“Ognuno di noi, nella condizione esistenziale, civile, morale e spirituale in cui si trova è invitato da Gesù a riscoprire il volto misericordioso di Dio – ha detto il presule -. Tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno di pacificazione interiore, di perdono, di amore. E Gesù ci dice che tutti possiamo avere accesso al Padre, al suo amore, al suo perdono. Egli ci attende, aspetta il nostro ritorno con umiltà, riconoscimento dei nostri errori e peccati”
Ha poi ricordato il particolare momento esistenziale vissuto dai detenuti in carcere, caratterizzato dalla solitudine, lontananza dalla famiglia, sofferenza, emarginazione, mancanza di libertà: “State pagando un debito proporzionato o esagerato, meritato o immeritato: ognuno sa quanto. Il Signore che legge nei cuori conosce la verità” ed ha rivolto un invito a non lasciare “che si perda la libertà morale e spirituale oltre a quella fisica. Approfittate di questo tempo per trarre dal negativo il positivo, dal male il bene; resettate la vostra vita, reimpostatela su nuovi binari di verità e di rettitudine. Il Giubileo della misericordia vi ispiri pensieri e sentimenti di fiducia nella misericordia di Dio e di speranza che tutto avrà un termine: preparate fin da ora il tempo della vostra libertà”.
Un tempo per ripensare anche l’essere cristiani «nell’amicizia con Dio attraverso la lettura della Parola di Dio, la preghiera, la vicinanza con Gesù che è venuto a portare la libertà ai prigionieri – ha aggiunto il presule -. E’ lui il maestro del reinserimento, che ha riportato alla vita serena e gioiosa tanti uomini e donne. Ai limiti esteriori corrisponda uno slancio di rinnovamento interiore in umanità e spiritualità» come avvenne anche per san Francesco di Assisi durante il tempo della sua durissima prigionia a Perugia, che «si è trasformato interiormente, ha potuto riscoprire la bellezza della vita e ha iniziato il percorso che poi lo ha portato ad essere il santo che conosciamo».
Il cammino giubilare per i detenuti della Casa Circondariale di Terni, culminerà il prossimo 6 novembre nella partecipazione a Roma in San Pietro al Giubileo dei detenuti con la Santa Messa presieduta dal Santo Padre.