La ragazzina, che era tossicodipendente, viveva in uno dei padiglioni dismessi e occupati abusivamente con la madre e altre persone. Il corpo trovato dalla mamma
SANTA SEVERA – Quando ha saputo che era fuggita da una comunità di recupero a Perugia, ha cominciato a cercarla. Una corsa contro il tempo di una madre disperata che non è bastata a salvare la vita della figlia sedicenne, Sara Bosco, di Santa Severa, trovata morta in uno dei padiglioni in disuso dell’ospedale Forlanini. Gli uomini della Polizia di Stato del commissariato Monteverde, diretti da Antonio Roberti, sono intervenuti proprio per il decesso della giovane tossicodipendente.
Sul posto era presente la madre della ragazza, La salma della giovanissima è stata messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per l’esame autoptico. Non vi sarebbero segni evidenti di violenza, ma solo un accertamento più accurato potrà dipanare i dubbi.
Una «girl» alla «fine», aveva scritto il 27 gennaio scorso in un sms alla madre.
Proprio la mamma, Katia Neri, rivolgendo un appello a «Chi l’ha visto?», aveva manifestato timori che la figlia fosse finita in un brutto giro fra l’Ostiense e il Pigneto.
È stata ancora lei a chiamare i soccorsi dopo aver trovato la figlia priva di sensi su una lettiga arrugginita all’interno di un padiglione abbandonato nel Forlanini, l’ex ospedale al Portuense in gran parte ridotto a un vergognoso dormitorio per sbandati e spacciatori.
Sara e anche la madre, secondo la polizia, frequentavano quel posto, e sembra ci dormissero spesso. La ragazzina, che aveva lasciato gli studi in una scuola a Ladispoli e aveva abbandonato anche una comunità di recupero da pochi giorni vicino Perugia, è stata probabilmente stroncata da un’overdose da eroina.
Droga fumata, forse crack (insieme con la cocaina), che l’ha uccisa nella notte di martedì. Poi qualcuno l’ha abbandonata lì.
La ragazza era ospitata da tempo in una comunità alle porte di Perugia. A Roma frequentava i quartieri di Pigneto e Ostiense. Nonostante la giovane età, però, era un’accanita tossicodipendente da eroina. Domenica scorsa la fuga dal centro umbro e il ritorno a Roma, dove potrebbe – secondo una delle piste seguite dagli investigatori – aver acquistato al dose mortale di droga ed essersela iniettata. Saranno gli investigatori a dover stabilire se si tratta di omicidio o di overdose. Intanto è caccia allo spacciatore che le avrebbe venduto la droga.
La madre sapeva dove andarla a cercare e ha anche tentato di rianimarla. L’allarme alle 9.30, poi per tutto il giorno la polizia ha svolto rilievi nella casbah del Forlanini. Gli agenti del commissariato Monteverde sarebbero sulle tracce di chi ha ceduto l’eroina alla sedicenne: pusher che si trovano dalle parti della stazione Termini, forse asiatici. Rischiano l’accusa di omicidio o di morte come conseguenza di altro reato. Ma bisogna capire chi, fra gli sbandati del Forlanini, abbia materialmente consegnato la droga a Sara. Era sola quando l’ha fumata?
Del caso di Sara si era occupata anche la trasmissione «Chi l’ha visto?».
La segnalazione della madre era arrivata il 26 aprile scorso da Santa Severa. La donna aveva raccontato di temere che la figlia fosse finita in un brutto giro. «Si è allontanata da Santa Severa e potrebbe essere a Roma. Compirà 16 anni a febbraio», aveva raccontato la madre a Federica Sciarelli, mentre in trasmissione scorreva un fermo immagine della ragazza. Poi la giovane, secondo quanto ricostruito era stata ritrovata, era tornata a casa e assieme alla madre aveva deciso di andare in comunità per provate a disintossicarsi. Ma domenica è fuggita di nuovo per tornare a Roma.