Simona Monti, 33 anni, si trovava a Dacca per lavoro e stava per tornare in Italia per concludere la gravidanza. Il fratello sacerdote, Don Luca Monti, lancia un appello: “Questa esperienza di martirio per la mia famiglia e il sangue di mia sorella Simona spero possano contribuire a costruire un mondo più giusto e fraterno”
MAGLIANO SABINA (RIETI) – C’è anche una donna della Sabina tra le persone rimaste uccise nell’attacco a Dacca, in Bangladesh rivendicato dall’Isis. Si tratta di Simona Monti, 33 anni, di Magliano Sabina, incinta di sette mesi.
LA TRAGEDIA – Una nota di agenzia di France Press, alle 14,55 la dà per morta. Nella nota si aggiunge poi che non ci sono superstiti donna. Ufficiale: alle 15.07 il nome di Simona Monti compare ufficialmente nell’elenco delle vittime italiane nell’attentato dell’Isis a Dacca. Sarebbe dovuta tornare lunedì a Magliano Sabina per un lungo periodo di vacanza. Simona Monti sarebbe tornata a Magliano per far nascere il figlio che aveva in grembo. La circostanza è stata confermata dal fratello, sacerdote della diocesi di Avellino giunto da poco a Magliano.
La donna viveva da tempo nella capitale del Bangladesh ed era andata cena nel locale preso d’assalto. Era in compagnia di alcuni amici di lavoro. Simona Monti aveva trovato infatti impiego in una azienda tessile del posto.
Subito dopo l’attentato, la famiglia si è recata a Roma per cercare di conoscere le sorti della loro congiunta. L’ultima volta che Simona Monti aveva sentito la famiglia era stato ieri sera alle ore 20 di Dacca. Simona aveva comunicato alla mamma che sarebbe andata a cena con amici nel locale poi preso d’assalto dai terroristi dell’Isis. Simona Monti collaborava con la ditta Mauli spa di Cuneo. Nell’attacco è morta anche Nadia Benedetti di 47 anni, di un’altra ditta tessile.
COMMOSSO IL SINDACO ALFREDO GRAZIANI – Non riesce a trattenere le lacrime il primo cittadino maglianese, Alfredo Graziani. «E’ una cosa terribile – dice con voce rotta – Era una ragazza intelligentissima, conosceva il francese, il cinese, l’inglese, rappresentava l’eccellenza fra i giovani d’oggi e sognava di poter lavorare nel suo Paese. Ha portato Magliano nel mondo. Era anche molto sensibile e in Bangladesh, oltre a lavorare, amava aiutare la popolazione. Era convinta che aziende come quelle per la quale lavorava lei rappresentassero una vera possibilità di sviluppo per la gente del posto». Il Comune sta valutando una serie di iniziative di vicinanza alla famiglia, primo fra tutte il lutto cittadino.
IL MESSAGGIO DELLA DIOCESI – Le istituzioni si stringono intorno alla famiglia di Simona e alla comunità maglianese. «Oggi la nostra Chiesa di Magliano e la Chiesa Sabina tutta ha due martiri: Simona Monti e il suo bambino che riposava nel grembo materno – recita una nota della Diocesi sabina – Uniti al dolore di don Luca e della famiglia Monti ma con la gioia serena della Pasqua dei nostri fratelli». Cordoglio arriva dai comuni limitrofi e dal capoluogo dove il sindaco Simone Petrangeli invita a «non piegarci a chi sta portando avanti una vera e propria guerra contro l’umanità».
L’AUSPICIO DEL FRATELLO SACERDOTE – «Questa esperienza di martirio per la mia famiglia e il sangue di mia sorella Simona spero possano
contribuire a costruire un mondo più giusto e fraterno». E’ quanto ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti, don Luca Monti, il fratello della 33enne di Magliano Sabino, Simona Monti, morta nell’attentato di Dacca. Il fratello della giovane reatina è un sacerdote della diocesi di Avellino. (Il Messaggero)