Il sindaco Leoluchina Savona: “È la prima volta che il Comune di Corleone viene sciolto per mafia. Non era successo nemmeno quando spadroneggiavano Ciancimino, Riina, Provenzano & C.”
Il Comune di Corleone, in provincia di Palermo, sciolto per mafia. La notizia sta facendo il giro del mondo, con gli immancabili riferimenti iconografici a “Il Padrino”. Lo scioglimento è stato deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il paese di Riina, Provenzano, Liggio, Ciancimino (e tanti altri) era amministrato da una coalizione di centro-destra. Il sindaco, Leoluchina Savona, tuttavia non è stata mai indagata per reati di associazione mafiosa. Eletta nel 2012 sindaco di Corleone, Leoluchina Savona, era anzi considerata un sindaco “antimafia”. La sua colpa è quella di aver incontrato, il 03 settembre 2014, un gruppo di imprenditori interessati a prendere in affitto uno stabilimento caseario di proprietà del Comune. Tra questi imprenditori, secondo le indagini coordinate dalla Procura di Palermo, c’era anche Sebastiano Tosto, responsabile dell’area palermitana del comitato esecutivo del Distretto lattiero-caseario regionale, fratello di Salvatore Tosto condannato per associazione a delinquere.
Tuttavia, come confermato dalla stessa inchiesta palermitana sfociata poi nell’operazione “Grande Passo”, il sindaco Leoluchina Savona non avrebbe avuto alcuna consapevolezza circa il ruolo degli uomini incontrati allo stabilimento di proprietà del comune.
Dopo la notizia dello scioglimento del suo comune il sindaco ha detto che “quello che è successo a me potrebbe capitare a chiunque, visto che quando le persone si presentano non hanno il certificato antimafia in mano. Tra l’altro io li ho ricevuti al Palazzo di Città e al caseificio, che ho fatto visitare negli anni a migliaia di persone quando ero consigliere comunale. Sono venuti dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Sardegna, dalla Danimarca”.
Intervistata da Adnkronos ha inoltre aggiunto che lo scioglimento per mafia si abbatte come “un macigno” sul suo paese: “Il nome che questa città si porta dietro è pesante di per sé”. E poi contrattacca: “C’è stato un accanimento politico molto potente nei miei confronti. Le persone oneste sono scomode. Non si è fatto in passato uno scioglimento per mafia, non lo si è fatto neanche ai tempi di Ciancimino e si è fatto ora che c’è una persona onesta”.