Sono usciti nel corso degli ultimi giorni articoli su HCS dal contenuto a dir poco farneticante e surreale.
E’ del tutto evidente che si cerca di gettare discredito sull’assessorato alle società partecipate con attacchi personali e con argomentazioni frutto di pura fantasia.
Nessuno dei fatti riportati, conditi da gravi illazioni, corrisponde al vero.
In primo luogo, non è assolutamente vero che si è passati da 23 milioni di perdite a 40. Ancora una volta si sparano numeri a caso. Abbiamo già più volte chiarito che il precedente concordato per euro 23 milioni riguardava la sola HCS mentre qui si sta parlando dei debiti accumulati negli anni passati da tutte e 4 le società partecipate.
Non corrisponde al vero che è stata presentata in Tribunale una richiesta di “proroga di trenta giorni” per la proposta di pagamento dei creditori.
Nei mesi di giugno, luglio e agosto si è lavorato per procedere al deposito dei concordati di HCS e Città Pulita, entrambi depositati ed ammessi. Nei termini fissati dal Tribunale verranno depositati tutti gli atti necessari al completamento delle procedure.
Terminata la fase preliminare, nella successiva fase i creditori avranno diritto e modo di intervenire nella procedura: falso quindi affermare che i creditori si siano già espressi al riguardo.
Non corrisponde al vero la circostanza secondo cui sarebbero state pagate, o siano previste, 417 mila euro di consulenze.
Le spese sostenute per le attività strettamente necessaria alla elaborazione e presentazione dei piani (legale, attestatore, perizie ecc,,,) ammontano a circa centomila euro. Quanto alle spese per il funzionamento degli organi della procedura queste saranno valutate ed eventualmente autorizzate dal Tribunale.
La mia compagna non ha percepito né percepirà un euro: sono finiti i tempi in cui i parenti dei consiglieri comunali e degli assessori venivano assunti nelle partecipate e ricevevano incarichi profumatamente pagati con soldi pubblici.
Vista la diffamazione ricevuta da me e dalla mia famiglia provvederò a sporgere querela nei confronti di chi diffonde informazioni così palesemente false.