CIVITAVECCHIA – “Il gruppo consiliare è composto da persone diverse, con diverse sensibilità ma tutte convinte nel portare avanti il programma del Movimento Cinque Stelle. In maggioranza ci sono consiglieri che durante le riunioni esprimono le proprie idee in piena libertà, ma quando sono in minoranza accettano la decisione del gruppo senza scrivere comunicati al vetriolo per sbandierare al mondo i loro distinguo”. Inizia così l’intervento di Emanuele La Rosa, capogruppo del Movimento 5 stelle che tira le orecchie ai dissidenti.
Replica. “Il senso di appartenenza al simbolo del Movimento 5 Stelle, con il quale si è deciso di candidarsi, ed Il rispetto per i colleghi impongono di rispettare questa normale regola del saper stare in un gruppo. Trovo l’affermazione “noi facciamo la volontà dei cittadini” frutto di un vero e proprio esercizio retorico che però nasconde gravi ingenuità di fondo.
I cittadini non sono un corpo unico e non è detto che tutte le persone la pensino nella stessa maniera su uno medesimo argomento; per esempio quando proponiamo un “dog park” è facile immaginare tanti favorevoli tra i possessori di cani, mentre molti di coloro che vivono nei pressi del parco spesso si dichiarano preoccupati dai rumori legati alla presenza dei cani.
Lo stesso problema si ripresenta quando c’è da stabilire, e far rispettare, le regole per i locali notturni. Qual è la volontà dei cittadini?
Quella dei gestori dei locali o quella di coloro che vivendoci vicino non riescono a dormire la notte a causa del rumore?
Amministrare una città obbliga i politici ad ascoltare i cittadini, tutti, e ad essere consapevoli che su determinati argomenti spesso esiste una maggioranza più silente e una minoranza che fa sentire le proprie idee con maggiore veemenza. Amministrare costringe spesso a mediare tra esigenze diverse, offrendo soluzioni che magari non accontentano pienamente nessuno, ma che tutelano i diritti della collettività e soprattutto la legalità.
Chi oggi sostiene di fare “la volontà dei cittadini” non solo lascia intendere implicitamente che chi non la pensa come loro pensa ai fatti propri, ma dimostra di non avere consapevolezza della metodologia con cui vanno affrontate le problematiche quando si amministra una città.
Come capogruppo quindi, non posso che rinnovare l’invito a portare la voce dei cittadini nei luoghi preposti ove, nel rispetto delle norme che regolano il funzionamento delle istituzioni, vengono prese le decisioni che cambiano la vita delle persone”.