“A Terni e in Umbria sempre più famiglie e imprese si rivolgono a canali non convenzionali per avere soldi in prestito. Nella sola provincia di Terni lo ‘strozzo’ produce un giro di affari per oltre 200 milioni di euro. In provincia di Perugia i ‘cravattari’ muovono 700 milioni di euro”
Massimo Colonna per “Umbria.24.it”
Il fenomeno dell’usura nel Ternano sta assumendo proporzioni sempre maggiori. A stabilirlo è l’ultima indagine Eurispes ripresa dalla Uilca, la sezione della Uil che si occupa anche del settore del credito: «A Terni sono sempre di più le imprese e le famiglie che si rivolgono a canali non convenzionali. E in questo le istituzioni possono e devono fare di più, a cominciare dal Comune di Terni che ha abbandonato la Fondazione Antiusura che lavora proprio su questo fronte».
I numeri – A lanciare l’allarme in conferenza stampa sono Luciano Marini, segretario generale della Uilca Umbria, Gino Venturi, segretario generale Uil Terni, Ugo Antinolfi e Alberto Bellocchi, rispettivamente consigliere e presidente della Fondazione Antiusura. «Il giro di affari che riguarda le famiglie ternane è di 176 milioni di euro, se aggiungiamo anche le imprese la cifra arriva sui 200 milioni. Non va meglio nel resto del territorio umbro: nel Perugino si arriva a 660 milioni per il canale dei nuclei famigliari, ad oltre 700 insieme alle ditte. Numeri in crescita».
Le cause – Sono i dati Eurispes in Umbria ci sono 251 mila nuclei famigliari, di cui 185 mila a Perugia e 65 mila a Terni. Visto che la percentuale di famiglie che ricorre a crediti non convenzionali in Italia è del 12 per cento, ecco che circa 8 mila famiglia in provincia di Terni sono potenzialmente a rischio. E sempre nel Ternano l’indice di permeabilità all’usura calcolato da Eurispes è del 47.72 per cento, il peggiore nel centro Italia, mentre a Perugia è del 35.79. «A causare questo aumento – ha spiegato Venturi – sicuramente la crisi economica del 2008, ma anche i nuovi stili di vita, le ludopatie, la malavita e la chiusura del credito dei canali bancari».
L’appello al sindaco – Al di là della crisi economica su cui è difficile lavorare nell’ottica della prevenzione del fenomeno, la Uilca richiama il ruolo delle istituzioni locali. «Voglio lanciare un appello direttamente al sindaco Leopoldo Di Girolamo – spiega Marini – perchè il Comune di Terni è uscito dalla Fondazione Antiusura dopo averne fatto parte per anni. Non capiamo come sia possibile che la seconda amministrazione umbra possa non far parte di questa istituzione che rappresenta un punto di riferimento per la prevenzione e la lotta a questa piaga».
Le soluzioni – Diverse le soluzioni proposte dalla Uilca e dalla Fondazione, oltre ad un ruolo più incisivo degli enti: «Chiediamo un aiuto concreto da parte delle fondazioni ex bancarie, la costituzione di un canale di microcredito che possa dare accesso a chi oggi non può richiederlo alle banche, ossia disoccupati, lavoratori precari e immigrati per esempio, e in più una maggiore sensibilizzazione per l’educazione alla corretta gestione del denaro, su cui sia Uilca che Fondazione stanno lavorando da tempo».