Dalla prevenzione del randagismo alle campagne di controllo dei chip, alla sterilizzazione a costo zero per i meno abbienti, al Parco Canile
Una relazione lunga e articolata che tocca punto per punto, nel dettaglio, il problema che è diventato terreno di scontro tra Comune di Viterbo e volontari animalisti locali: il Canile Comunale. Mentre l’amministrazione Michelini lamenta i costi di gestione della struttura (“700 mila euro l’anno” afferma l’assessore Luisa Ciambella), i volontari sostengono che non c’è la volontà politica di risolvere davvero il problema, paventando lo spettro del trasferimento in altri canili fuori provincia per i animali del territorio. L’associazione animalista viterbese Musi Sereni propone un progetto a breve e lungo termine per cercare di arginare il fenomeno randagismo che conduce inevitabilmente al ricovero nelle strutture pubbliche, spesso a vita, dei quattro zampe senza famiglia. Insomma, come risparmiare migliorando contemporaneamente la qualità di vita degli animali.
PREVENZIONE E RIDUZIONE DEL RANDAGISMO
Eliminare il randagismo è purtroppo un’utopia, almeno per le attuali generazioni; certo poco è stato fatto a livello istituzionale per prevenirlo. Ricordando però il motto “non è mai troppo tardi” vediamo quindi cosa a nostro umile avviso si può e si deve fare.
1-A) MICROCHIP.
È bene che ne venga anzitutto fatta valere l’obbligatorietà. Se i vigili urbani girassero muniti di apposito lettore ed effettuassero dei controlli a campione durante lo svolgimento delle loro mansioni in strada i recalcitranti inizierebbero a mettersi in regola.
I motivi che portano una persona a non chippare il proprio cane sono a nostro avviso:
– trascuratezza
– ignoranza
– l’assurdo principio del non voler targare il proprio cane
– mancanza di disponibilità economica
Con un minimo di campagna educativa e con l’applicazione di multe verrebbero ad essere contrastate le prime tre motivazioni. Saltuari interventi dei vigili nelle campagne potenzierebbero l’azione sull’ignoranza delle leggi e dei benefici del microchip. Per quanto riguarda chi non vuole o non può spendere soldi per dotare di chip il proprio cane, sarebbe a nostro avviso auspicabile rendere gratuita questa procedura. Il costo di un microchip è minimo rispetto a quello che comportano l’accalappiamento e la gestione in canile; numerosi sono tra l’altro i casi di animali di proprietà che una volta accalappiati non vengono più ritirati. Consideriamo poi oltre al lato economico anche quello della sicurezza: un cane girovago può causare intralci alla circolazione e nel peggiore dei casi incidenti.
2-B) STERILIZZAZIONE
Argomento molto spinoso. Anche in questo caso non si sterilizza anche per ignoranza, per cui occorrerebbe maggiore informazione al riguardo. C’è chi lascia andare liberamente in calore la propria cagnetta senza rendersi conto che, pur riuscendo ogni volta ad impedire l’accoppiamento, si crea un forte richiamo per i maschi non sterilizzati del vicinato, che spesso scappano e possono intralciare il traffico e/o creare incidenti e/o diventare randagi ed essere poi accalappiati. Molti altri reprimono il calore con farmaci, che favoriscono però l’insorgenza di tumori all’apparato riproduttivo. A volte però, in entrambi i casi, qualcosa va storto e si ha una gravidanza. Molti altri ancora (ahimè) ritengono che sia doveroso far fare i cuccioli alla propria cagnolina almeno una volta; i più organizzati riescono poi anche a piazzare i nuovi nati. Se i cani sono di razza a volte questo diventa un commercio, per i meticci invece si vanno comunque ad aumentare le offerte dei cani da adottare, ostacolando il lavoro di chi cerca di diminuire il randagismo. Tante persone si rifiutano di far sterilizzare i propri cani: la ritengono una cosa contro natura e, nel caso dei maschi, una vera e propria perdita di virilità, quasi si parlasse del proprietario e non dell’animale. Per tutte queste ragioni sarebbe a nostro avviso utile rendere obbligatoria anche la sterilizzazione, perlomeno dopo la prima cucciolata. Ma il punto cruciale del problema anche qui è quello economico, e in questo caso ha una valenza di gran lunga maggiore visti i costi delle sterilizzazioni. Non è possibile garantire a tutti quella effettuata dalla Asl, per cui l’unico altro tipo di miglioria che si possa fare è sui costi di quella effettuata da veterinari privati. Se tali costi fossero rimborsati dal Comune sotto forma di detrazione in uno o più anni dall’importo delle tasse comunali non ci sarebbe esborso diretto di soldi da parte del Comune e la mancata entrata del corrispondente valore sotto forma di imposta sarebbe giustificata dal non sostenimento di spese relative ad accalappiamento e canile.
3-C) CAMPAGNA INFORMATIVA.
È stata più volte nominata. Occorre una maggiore informazione, che potrebbe essere fatta tramite cartelloni pubblicitari o l’attività dei volontari in appositi stand piazzati in posti e tempi diversi con il beneplacito del Comune.
DIMINUZIONE DEI COSTI RELATIVI AL CANILE
Il canile di Bagnaia riceve dal Comune una cifra annuale forfettaria per cui, ferma restando tale cifra, sarebbe bene ridurre il numero dei cani ospitati così da poterne anche migliorare la qualità di vita. Vanno anzitutto ridotti gli accalappiamenti, cosa che le associazioni di volontariato provano a fare costantemente ospitando i cani trovati in strada dai privati, cercando il vecchio proprietario oppure, trascorsi i 60 giorni di legge, trovandone uno nuovo. Ugualmente i volontari recuperano cani visibilmente disagiati da strade e campagne, li curano, li riabilitano e procurano loro una famiglia. Tutto ciò avviene totalmente a spese dei privati, e non agendo dette associazioni con fini di lucro nessuno chiede alcun compenso (che sarebbe comunque gradito!) per questa attività; certo sarebbe molto utile da parte del Comune la donazione almeno di terreni adatti ove eseguire i ricoveri “scongiura canile” di cui sopra. Un qualsiasi cane ufficialmente accalappiato costa invece in termini di cattura, ricovero in canile sanitario per i 15 giorni di legge, e poi in quello definitivo. Altra questione su cui porre la massima attenzione è il ricorso del Comune ad altri canili appartenenti a privati per ricoverare i cani in eccedenza. Dato il diverso costo dell’alloggiamento di detti animali, andrebbe fatto un attento monitoraggio che permetta l’utilizzo appieno del canile comunale e lo spostamento graduale dai canili privati ogni volta che al principale si verifichi un’uscita per adozione o decesso. Anche tale attività potrebbe essere facilmente svolta dai volontari, se dovutamente appoggiati da personale sanitario e dirigenti Asl per quanto riguarda le autorizzazioni agli spostamenti. Si andrebbe così nel tempo a dover gestire le spese del solo canile del Comune. A tale proposito quest’ultimo è attualmente sotto i riflettori perché l’amministrazione comunale starebbe pensando di chiuderlo per appoggiarsi ai succitati canili privati nell’attesa della realizzazione di un nuovo e dispendioso canile. La motivazione addotta è una lettera ricevuta dalla Asl che intima di fare determinate modifiche nella struttura di Bagnaia. Si potrebbe ovviare a molte delle problematiche riadattando appunto quest’ultima e realizzando l’agognato progetto del Parco Canile, approvato sia dalla giunta comunale che dalla Regione. In tale progetto è anche inclusa la presenza:
– del Canile Sanitario, attualmente presente invece in uno dei canili privati.
– di strutture ove fare attività remunerative quali agility, addestramento, pensione, tolettatura.
– di box ove ospitare, dietro compenso, cani di altri comuni.
Il Parco Canile va situato in un luogo immerso nel verde, tranquillo ed esteso, ed è ovvio per tutta la popolazione che vada creato in Strada Novepani, realizzando le necessarie modifiche, piuttosto che in altri siti, dove i lavori andrebbero iniziati da zero. A Bagnaia c’è un raro caso di canile dove gli animali sono sereni (per quanto si possa esserlo in cattività), dove di ognuno si conosce nome e storia; l’immenso lavoro della signora Elvia Viglino va riconosciuto e su di esso vanno poggiate le basi per una struttura che ci posizionerebbe tra i primi in Italia. Chi scrive fa parte appunto di una associazione di volontari e si permette di suggerire queste modalità di approccio al problema del randagismo e della gestione dei canili sulla base di vari anni di esperienza diretta, e del comune buon senso.
Musi Sereni promuove la raccolta firme per il Parco Canile di Bagnaia sia sulla piattaforma Change.org (https://www.change.org/p/comune-di-viterbo-con-elvia-per-il-parco-canile-a-viterbo) sia con il cartaceo presso la Farmacia del Carmine – dottoressa Roberta Filoscia, via Castello Vetulonia, 20.