L’ONESTÀ DI MOLTI LESA DALLA DISONESTÀ DI POCHI. QUESTA È LA CAUSA DEL MALESSERE CUI VIVE LA COOP. PROD. AGRICOLI DI TUSCANIA. Firmato il Procuratore Francesco Casella.
Questo è il contenuto dei manifesti appesi per tutta Tuscania nella giornata di oggi, sarà pur vero che la cooperativa si trova in difficoltà economiche come detto nella riunione del 16 giugno scorso, ma è anche vero che esistono delle regole da rispettare per garantire la privacy dei debitori.
Quanto sia legittimo questo manifesto non sappiamo, ma il garante della Privacy ha pubblicato il nuovo vademecum sui diritti del debitore: una guida sintetica che illustra a quali principi si devono ispirare coloro che svolgono attività di recupero del credito e le garanzie riconosciute al debitore.
Ovviamente questo fa riferimento alle agenzie di recupero crediti ma è interessante renderlo noto.
Tecniche vietate
Ogni attività di recupero crediti deve avvenire nel rispetto della dignità personale del debitore, evitando comportamenti che ne possano ledere la riservatezza a causa di un momento di difficoltà economica o di una dimenticanza.
Sono state ritenute illegittime, dal Garante della Privacy, alcune tecniche particolarmente invasive quali, ad esempio:
- visite a domicilio o sul posto di lavoro;
- reiterate sollecitazioni al telefono fisso o sul cellulare;
- telefonate preregistrate poste senza intervento di un operatore, perché con questa modalità persone diverse dal debitore possono venire a conoscenza di una sua eventuale condizione di inadempienza;
- invio di posta con l’indicazione all’esterno della scritta “recupero crediti” o “preavviso esecuzione notifica”, fino all’affissione di avvisi di mora sulla porta di casa;
- affissioni di avvisi di mora o altri solleciti di pagamento sulla porta dell’abitazione del debitore;
- utilizzo di cartoline postali o invio di plichi recanti all’esterno la scritta “recupero crediti” o formule simili che rendono visibile a persone estranee il contenuto della comunicazione. É necessario, invece, che le sollecitazioni di pagamento vengano portate a conoscenza del solo debitore, usando plichi chiusi e senza scritte specifiche, che riportino all’esterno le sole indicazioni necessarie ad identificare il mittente al fine di evitare un’inutile divulgazione di dati personali;
- spesso anche dati personali di intere famiglie risultano inseriti nei data base del soggetto creditore o delle società di recupero crediti.
È anche vero che nella citata riunione della cooperativa è stato evidenziato che ci stavano un milione di euro di crediti da riscuotere, in pratica i soci pagatori finanziano i soci che non pagano.
A quella riunione ci stavano più di 50 persone, quasi il doppio di quelle presenti all’assemblea annuale del mese precedente. Il consiglio ha affidato pieni poteri a Francesco Casella, per i prossimi 3 anni. Rilanciare o chiudere. Un milione di euro di crediti da riscuotere, un milione di euro di debiti da pagare a chi ha versato i suoi prodotti. Questi soci, in pratica, finanziano i soci che non pagano. Che fare? Partì un giro di incontri con chi doveva pagare, in via bonaria. Parecchi soci manco vanno a parlare. Partirono le raccomandate, con toni che creano qualche preoccupazione. Casella vorrebbe fare anche un manifesto da pubblicare in giro per Tuscania, ma, dice ai presenti, la locale stamperia si rifiuta di stamparlo. Diversi soci presenti sono d’accordo con la stamperia. Dicono:”Meglio di no: ci conosciamo tutti!”
Ecco oggi il procuratore Francesco Casella ha trovato la stamperia che ha stampato i manifesti e sono stati affissi sui muri di Tuscania.
Chi ha ragione e chi ha torto? Non sappiamo. Comunque restiamo a disposizione per chiunque voglia far sentire la sua voce.