L’arroganza e la prepotenza del sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino ha portato in regalo per il consigliere trombato Manunta un bel “cetriolo” che gli vale il 10° posto (primo dei non eletti)
CIVITAVECCHIA – Dura lex, sed lex; oppure chi per questi mari va, questi pesci piglia. Mentre il sindaco Antonio Cozzolino e il suo assessore al turismo D’Antò sono in Cina per un viaggio di piacere, o cose varie, in città e in provincia la prima lectio magistralis gli è stata servita su un piatto d’argento, dove spiccava per bellezza, la simbolica testa del suo figliol prediletto Matteo Manunta.
L’arroganza del sindaco napoletano è ormai assodata da tutti, anche dai suoi consiglieri di maggioranza che hanno ritenuto di dargli un segnale forte già alla prima uscita ufficiale e cioè l’elezione di un consigliere all’interno dell’assise della ex Provincia di Roma oggi Città Metropolitana.
Per il prossimo schiaffetto non rimane che attendere fiduciosi nei prossimi consigli comunali quando, tornato dal lungo viaggio in Cina (dove vanno a promuovere, ad insaputa dei titolari, il Terminal del Gusto), avrà modo di presentare qualcosa di sostanzioso al prossimo consiglio comunale.
Mancano dei voti – ammette Manunta ad un collega di Trc – al momento stiamo ancora facendo le verifiche, ma è evidente che alcuni dei nostri non mi hanno votato”.
Quanti, al momento, non si sa. Su Facebook, la piazza preferita dal Movimento 5 Stelle, da ieri sera si rincorrono le voci più disparate.
La tesi più accreditata è che a non votare Manunta sarebbero stati addirittura cinque consiglieri di maggioranza. Praticamente un terzo, considerando che alle urne erano chiamati in sedici, sindaco compreso.
“Forse faremo una riunione per analizzare il voto”, riferisce Manunta, amareggiato per un lunedì da incubo.
“L’amarezza più grande – dichiara il consigliere pentastellato – è che Civitavecchia non avrà nessun rappresentante nel consiglio metropolitano. Poi c’è il fattore personale, ma quello passa in secondo piano rispetto alla città. Ho mancato l’elezione per pochi voti – dichiara Manunta – forse addirittura per uno soltanto.
Il calcolo, però, non è facile, perché il voto ha un valore diverso a seconda della fascia di popolazione.
Per intenderci – spiega l’esponente del M5S civitavecchiese – Roma è in prima fascia e vale circa 900, mentre Civitavecchia è in seconda fascia e vale circa 70.
Come se non bastasse, il 5 Stelle ha mancato per 8 centesimi il decimo seggio, che avrebbe significato il mio ingresso in consiglio. Comunque, lo ripeto – conclude Manunta – l’amarezza più grande è per Civitavecchia”.