Giovedì scorso L’ex capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Bracciano, Luigi Di Matteo, è stato rinviato a giudizio per una serie di reati. il Gip del Tribunale di Civitavecchia ha accolto la richiesta del Pubblico Ministero Lorenzo Del Giudice, lo stesso al quale fanno capo le indagini per il reato 416 di associazione per delinquere riferite agli ex amministratori comunali. I reati contestati a Di Matteo sono: favoreggiamento, falso ideologico, omissione di atti d’ufficio e truffa.
La vicenda è legata al permesso per costruire chiesto da Arturo Cimaglia in loc.San Celso, permesso che avrebbe potuto sollevare complicazioni alla legittimità delle lottizzazioni già pianificate e in gran parte realizzate. Come poi si è verificato. Sembra, secondo le indagini, che sia stato fatto sparire in modo illecito un documento molto scottante, la “Relazione di sopralluogo proprietà Cimaglia”.
Da qui i reati contestati a Di Matteo:
Favoreggiamento (art.378 c.p.): Ostacolava ed impediva ai Carabinieri venuti a sequestrare il documento, riferendo falsamente che lo stesso non era più disponibile in quanto già acquisito agli atti di un altro procedimento penale, mentre il documento era comunque reperibile in formato digitale. Questo per favorire gli imputati per abuso d’ufficio nel processo in corso, Giuliano Sala e Maurizio Capparella, all’epoca rispettivamente sindaco e assessore all’Urbanistica.
Falso ideologico al TAR (art.479 e 61 n.2 c.p.): per mascherare il reato precedente, l’allora dirigente Di Matteo avrebbe creato “un atto pubblico ideologicamente falso” con una nota diretta all’avv.Donato D’Angelo e destinata al TAR, smentita, tra l’altro dal protocollo del Comune.
Omissione d’atti d’ufficio (art.328 c.p.): perché quale destinatario delle richieste di accesso agli atti, presentate dal Consigliere Armando Tondinelli (per tramite del capo area Roberto Razzino), richieste che includevano anche la relazione in questione, non provvedeva a consegnare né ricercare la documentazione, né a spiegarne le ragioni.
Truffa ai danni del Comune (articoli 81 comma 2 e 640 comma 2 n.1, art.61 n.9 del c.p.): perché con artifici e raggiri, consistiti nella timbratura del cartellino, risultava al suo posto di lavoro, mentre di fatto andava al tribunale di Civitavecchia per questioni personali. L’assenza non poteva giustificare l’erogazione di due giornate di lavoro, risultando indebita e quindi a danno delle casse comunali.
I reati contestati si intrecciano e vanno a incrementare il fascicolo delle indagini per associazione per delinquere.
La prima udienza è fissata il 21 febbraio 2017.
Ass.Salviamo Bracciano