In data 21 novembre 2016 il tribunale fallimentare di Civitavecchia ha emesso la sentenza del fallimento della Bracciano Ambiente SpA dopo dieci mesi dall’approvazione della proposta di concordato preventivo che prefigurava le modalità con cui la Società avrebbe saldato i propri debiti ed avviato un’attività di natura industriale incentrata sulla realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti.
Il fallimento della Bracciano Ambiente pone l’amministrazione di fronte a nuove problematiche che saranno affrontate con l’impegno a non creare disagi alla cittadinanza garantendo la continuità dei servizi attualmente gestiti dalla partecipata, come del resto previsto anche nel testo della sentenza del tribunale.
Un altro impegno che questo Comune intende assumere riguarda la salvaguardia dei livelli occupazionali perseguita prevedendo espressamente che la nuova aggiudicataria dei servizi di igiene urbana assorba i lavoratori attualmente in organico alla Bracciano Ambiente.
La notizia della sentenza di fallimento non arriva inaspettata in quanto le sorti della Bracciano Ambiente sono a rischio da molto tempo, da quando cioè la stessa Procura chiese al Tribunale di dichiararne il fallimento dopo una serie di allarmi sulla tenuta economica della Società lanciati a più riprese, a partire dal 2013, anche dai Revisori dei Conti del Comune nelle sedi istituzionali a seguito delle gravi perdite evidenziate dai bilanci annuali della Bracciano Ambiente.
La presentazione da parte della Società al Tribunale Fallimentare di una proposta di concordato preventivo è avvenuta senza che il Consiglio Comunale avesse avuto modo di esaminarlo ed approvarlo, avendone ricevuto copia solo dopo la sua presentazione al Tribunale.
Dopo l’accoglimento della proposta di concordato, la Bracciano Ambiente ha pubblicato quattro avvisi di gara per la realizzazione degli impianti (due per l’impianto di trattamento meccanico biologico e due per il trattamento della frazione umida dei rifiuti) ed entrambi sono andati deserti spingendo la stessa società a bandire un nuovo avviso per la realizzazione di un ecodistretto che riuniva entrambi i bandi.
Un ennesimo segnale di allerta sulle prospettive della Bracciano Ambiente è arrivato il 28/7/2016 dal Commissario Giudiziale Giampiero Sirleo che, visto l’esito negativo delle gare bandite, ha relazionato ufficialmente la non fattibilità della proposta integrativa del Piano Concordatario.
L’avv. Silvia Fiori, nuovo Amministratore Unico in sostituzione dell’avv. Marcello Marchesi, nominata il 4/8/2016, ha revocato il bando per l’ecodistretto in quanto è continuata a mancare, nel tempo, qualsiasi tipo di approvazione sia da parte dell’allora Consiglio Comunale, sia da parte del Commissario Straordinario, ed ha presentato un nuovo piano di sviluppo sostenibile per la discarica di Cupinoro in linea con gli obiettivi politici perseguiti dall’attuale amministrazione che prescindeva dall’impiantistica prevedendo nuove attività (fitodepurazione, trattamento del percolato, solare termodinamico, ecc.).
Il rinvio dell’approvazione del nuovo piano di sviluppo da parte del Consiglio Comunale è stato motivato dalle stesse ragioni della mancanza di una valutazione ad hoc circa la fattibilità del progetto e relative autorizzazioni e nulla osta necessari ad avviare i lavori, addotte dal giudice fallimentare nella sentenza.
Il perdurare dello stallo decisionale rispetto agli esiti del fallimento, fino ad oggi, ha prodotto un aumento delle perdite che rischiano di ricadere interamente sul bilancio comunale con contestuali danni ai creditori.
Di fronte a tale panorama, l’Amministrazione Comunale ribadisce il proprio impegno ad affrontare e risolvere nel migliore dei modi le tre problematiche principali riguardanti rispettivamente:
– la continuità dei servizi oggi gestiti dalla Bracciano Ambiente (raccolta dei rifiuti e servizi cimiteriali)
– la tutela dei lavoratori della Bracciano Ambiente da ricollocarsi tra il personale della ditta che si aggiudicherà i servizi
– l’attribuzione delle responsabilità reali sulla gestione della discarica di Cupinoro e relativa messa in sicurezza da chiedere con forza alla Regione Lazio a tutela della salute pubblica.