Non amo gli estremismi.
Sono la tomba del dialogo, la negazione di ogni tipo di discussione, la chiusura al confronto.
Gli estremisti riescono in pochi a rovinare il lavoro di tanti.
E questo avviene ovunque, specialmente in politica.
Laddove servono aperture, dialogo con chi magari non riesce a capire determinati meccanismi, gli estremisti intervengono con la loro cieca ottusità a distribuire un verbo sicuramente distruttivo, una sorta di “così è se vi pare”, di “prendere o lasciare”, di “o sei fuori o sei dentro”.
E questo senza provare a dare spiegazioni di sorta, magari proprio a chi non essendo appunto “dentro” non riesce a capire, senza provare ad affrontare un dialogo sereno, senza provare a dare risposte, senza rendersi disponibili.
Il seguire ciecamente ordini a volte incomprensibili rende automi, la non discussione rende invisi, la mancanza di una qualsiasi forma di dialogo trasforma un gruppo, un movimento, un partito, in una setta.
Il peggiore errore di chi in realtà avrebbe molto da dare e da dire.