Io voto!
Andrò a votare, come ho sempre fatto.
Posso andare fiero di non aver mai mancato un appuntamento con le urne.
Andrò a votare perché voglio partecipare alle decisioni che riguarderanno il futuro di questo paese, perché non voglio ragionare come quelli che dicono “tanto non cambia niente”, perché non è vero che “un voto in più o uno in meno che vuoi che sia”, perché non voglio avere rimpianti se proprio un voto fosse decisivo, perché non voglio essere il “lo avevo detto io” della situazione.
Mi sono informato, continuo a farlo, proverò a capire, sicuramente voterò il giusto, quello che per la mia coscienza è il giusto.
Questa settimana sarà particolarmente infuocata, si stanno schierando in campo tutti i pezzi da novanta della politica, dello sport, dello spettacolo.
Ognuno ci dirà la sua, ognuno, con aria furbetta, ammiccandoci dallo schermo o dalla pagina del giornale, ci dirà cosa votare.
Ognuno con il proprio interesse.
Servi del potere e, appunto, dell’interesse che si rivolgono con sufficienza a un popolo bue, o almeno considerato tale.
Sarebbe veramente bello, per una volta, dimostrare quanto teniamo a questo Paese, quanto teniamo al nostro futuro, quanto vogliamo partecipare alla sua programmazione.
Sarebbe bello leggere, per una volta, numeri altissimi di affluenza alle urne.
E gli indecisi si informino, i dormienti si sveglino, i menefreghisti si interessino.
Il voto è un diritto ma dovrebbe essere anche un dovere.
Chi non partecipa alla vita del Paese non dovrebbe poi lamentarsi del piatto che gli serviranno.
E nel futuro ci sono piatti pieni di caxxi amari.