Il capogruppo della Svolta in consiglio tuona sulla paesaggistica: “In delibera è stata citata quando ancora non c’era”. Cozzolino e Cordella imbarazzati tentano di rifugiarsi dietro la conservazione degli atti
CIVITAVECCHIA – Un consiglio comunale partito subito sul piede di guerra, con il capogruppo della Svolta, Massimiliano Grasso, intervenuto a seguito di un accesso agli atti riguardante il forno crematorio.
Accesso agli atti che si sarebbe reso necessario dopo la polemica sull’esistenza dell’autorizzazione paesaggistica legata alla realizzazione del forno crematorio, sollevata dai comitati per il no.
“Qui si potrebbe configurare un falso – ha dichiarato Grasso riferendosi alla delibera di giunta 95 del 17 luglio 2016, con la quale viene approvato il progetto definitivo dell’impianto di cremazione – poiché in premessa viene riportato “vista l’autorizzazione paesaggistica protocollo 16491 del 20 giugno 2012”. Quell’atto non è l’autorizzazione paesaggistica – ha spiegato Grasso ad alta voce – bensì la dichiarazione del Ministero dei Beni Culturali, indirizzata alla Regione Lazio, in cui veniva rilasciata da parte della Sovrintendenza parere favorevole per quanto di sua competenza, specificando inoltre “si fa presente che non potrà essere rilasciato alcun titolo edilizio fino a quando non verrà perfezionata la procedura con il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica”.
Incredula l’Aula Pucci: in sostanza, secondo Massimiliano Grasso – che nel suo intervento ha citato scrupolosamente i documenti, atto per atto – nella delibera di giunta un parere endoprocedimentale è stato dichiarato “autorizzazione paesaggistica” che invece solo la Regione può rilasciare, la stessa Regione che ha già invitato il Comune a riferire sulla questione.
“Saranno altri organi a giudicare, io mi limito a denunciare ciò che appare come un falso”, ha proseguito in consiglio il capogruppo della Svolta, tra le contestazioni dei cittadini presenti indirizzate al sindaco e all’amministrazione a cinque stelle. Grasso ha dichiarato apertamente di voler trasmettere gli atti all’autorità competente affinché venga fatta luce sulla questione, trovandosi poi ad assistere alle giustificazioni del segretario generale Caterina Cordella, che prima ha tentato di impartire una lezioncina giuridica sull’opportunità o meno di accusare qualcuno di un reato, poi ha solo toccato marginalmente il problema (un problema che dovrebbe conoscere bene), scaricando sul dirigente Carugno l’eventuale responsabilità circa la mancanza del parere.
“Farò chiarezza – ha dichiarato il segretaria generale – ma mi sembra impossibile che quanto richiamato non ci sia”.
Il successivo intervento del sindaco Antonio Cozzolino, oltre ad indisporre i cittadini presenti alla Pucci che si sono lasciati andare in ulteriori proteste, si è limitato a stabilire un principio: “La paesaggistica c’è – ha dichiarato – esiste poi una cosa che si chiama “principio di conservazione degli atti”, se il consigliere Grasso decide di voler denunciare la cosa è libero di farlo”.
In effetti la paesaggistica ora c’è, ma all’atto della delibera di giunta siamo sicuri che ci fosse? Ai contestatori si è aggiunto proprio Grasso: “Ma come fa a stare così tranquillo? Qui è stato approvato il progetto definitivo di un impianto di quel tipo, richiamando un’autorizzazione di un ente terzo che non esisteva?
Avete approvato un falso, a questo punto non capiamo perché si deve fare a tutti i costi il forno crematorio. Tu sei il sindaco dell’onestà e della trasparenza?». Il dibattito consiliare a fatica è andato avanti, fino alla successiva interruzione dovuta al fatto che la Polizia locale – come appurato dal presidente Riccetti – avrebbe avuto ordine dal comandante del corpo di filmare i contestatori presenti alla Pucci, scatenando l’ira dei presenti”.