Virginia Raggi si vede bocciare la nomina del “suo” consigliere (se ne riparla il 27). Intanto pioggia di ricorsi ed esposti in Procura per i due bandi precedenti (uno sospeso e l’altro in svolgimento). L’Authority è senza governo
CIVITAVECCHIA – Il nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno centro-nord Francesco Maria Di Majo sapeva che non sarebbe stato facile condurre il “carrozzone” trasformato in un ente ministeriale autoreferenziale ma non si aspettava di alimentare il caos con le prime scelte adottate e senza avere, dopo tutti questi mesi, ancora il comitato di gestione.
Andiamo per gradi. Ieri mattina il sindaco Virginia Raggi ha presieduto il Consiglio metropolitano dove, al punto 6 dell’ordine del giorno, era prevista la votazione per la: “Designazione di un componente nel Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale – Porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Parere obbligatorio ai sensi dell’art. 26 dello Statuto della Città Metropolitana di Roma Capitale (D 2/17).”
Ebbene, come tutti sanno, il Movimento 5 Stelle non ha la maggioranza nel consiglio che ha sostituito nel vecchio ordinamento la Provincia di Roma. Il centro destra e il centro sinistra, che sono all’opposizione, hanno un numero di consiglieri in più e quindi la maggioranza assoluta.
La Città Metropolitana e Virginia Raggi avevano pubblicato un bando, nel novembre scorso, per individuare una figura competente, senza conflitti di interesse, con un profilo simile a quello dei presidenti e segretari delle AdSP per essere inserito nel comitato di gestione, ovvero, il consiglio d’amministrazione che ha sostituito il Comitato Portuale ed è molto influente nelle scelte di indirizzo e politico dell’ente.
Per le opposizioni (maggioranza) hanno chiesto e ottenuto di rinviare al consiglio del 27 marzo dopo il passaggio obbligatorio nella commissione di competenza appena costituita. La Raggi aveva anche individuato l’elemento da inserire nel comitato di gestione ma sembra davvero difficile che possa passare anche il 27 prossimo.
L’altra designazione, quella della Regione Lazio, è arenata tra l’Avvocatura dello Stato e l’ANAC e riguarda Enrico Luciani. Quest’ultimo gode della fiducia del presidente Zingaretti, dei portuali civitavecchiesi e gran parte della città ma, a quanto pare, elementi di disturbo sembrerebbero essere nati proprio all’interno del nuovo entourage del presidente Di Majo e quindi anche questa si è arenata.
Poi c’è quella del sindaco Cozzolino che pretenderebbe di essere lui il rappresentante per il Comune di Civitavecchia andando contro ogni logica di legge leggendo e rileggendo la nuova riforma portuale.
Questo caos impedisce al presidente Di Majo di poter insediare il cda e nominare, finalmente, il nuovo segretario generale che ha già individuato e che già opera, sotto traccia e con una commissione d’esame, Roberta Macii.
Proprio la Macii ci da lo spunto per parlare delle polemiche legate ai primi due bandi proposti da Di Majo. Il primo per scegliere un membro dello staff sospeso dopo le polemiche, in attesa del parere dell’Avvocatura, ma che serviva e serve per dare ufficialità al suo braccio destro Ivan Magrì.
Su questo bando sospeso (LEGGI) già pendono esposti. Uno dei tanti giunti in AdSP è sul tavolo del facente funzione e del presidente ha in indirizzo anche le Procure di Roma e Civitavecchia (oltre l’Anticorruzione), contesterebbe le modalità del bando e, di fatto, la già individuata figura. Una diffida penale per presunti abusi e omissioni di atti d’ufficio per il contestato decreto, ritenuto “illegittimo e in violazione del principio di autolimitazione e per il mancato rispetto dell’art. 6 c. 6 relativo alle assunzioni nell’Authority che prevede: “Il personale dirigenziale e non dirigenziale delle istituite AdSP è assunto mediante procedure selettive di natura comparativa, secondo principi di adeguata pubblicità, imparzialità, oggettività e trasparenza, in coerenza con quanto stabilito dall’articolo 10, comma 6.”
Mentre sono in corso le selezioni per il dirigente nell’area amministrativa (anche qui già i ricorsi e le denunce corredate dal nome del vincitore si sprecano) ecco spuntare un altro misterioso bando seminascosto nella giungla dei portali online e che riguarda l’individuazione del futuro amministratore unico della PAS, ovvero, la Port Authority Security. (LEGGI IL BANDO INTEGRALE)
Per la gestione dell’istituto di vigilanza interna alle aree portuali si è ricorsi ad un bando sul quale il tam tam del presunto vincitore è diventato irritante e, sia chiaro, non ci interessa. Bene il bando e speriamo che sia un ex colonnello dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia ad assumerne il ruolo di “comprovata esperienza”.
Un’opportunità di lavoro per tanta gente qualifica a spasso e che potrebbero mettere le proprie competenze al servizio di un carrozzone che, come molti sostengono dentro l’AdSP, andrebbe pian piano smantellato.
Insomma, il presidente, di fatto, è costretto a fare il politico incontrando sindaci, consiglieri, andando a spasso per i suoi uffici a Fiumicino e Gaeta, andare a Bruxelles ma di decisioni vere, al momento, è impossibile adottarne senza comitato di gestione e senza segretario generale (non gradito ci dicono).
Forse fosse stato nominato prima commissario e successivamente presidente sarebbe stata la scelta più saggia che il ministro Delrio potesse adottare. L’okkupazione sistematica delle poltrone da parte del PD ha queste controindicazioni (vedi lo scontro Agusta-Catania).