I primi due sono colori diametralmente opposti eppure spesso intercambiabili.
Quello che si dichiara bianco quando si è al governo, diventa automaticamente nero se si è all’opposizione. Per poi ridiventare bianco al variare dei ruoli.
Questo, per esempio, accade quando si tratta di giudicare la chiusura di un centro storico nella nostra città.
A Viterbo accade questo.
Sono anni che si parla di chiusura al traffico, di problemi legati alla presunta mancanza di parcheggi o alla cattiva utilizzazione di spazi predisposti per esserlo, di eventuali problemi per i residenti, per i commercianti, dei problemi dei pedoni che rischiano costantemente di essere investiti, di piazze vergognosamente piene di auto, di fontane violentate dalle stesse auto, di culi pesanti che non riescono a percorrere a piedi i cinquecento metri che vanno da una parte all’altra della città.
Di quanto è bella la città senza auto e di quanto mi rode il culo a parcheggiare al Sacrario per arrivare in centro a piedi.
Già, perché basta limitare il traffico di auto in centro che immediatamente c’è una sollevazione popolare dei soliti dieci, che siano commercianti o residenti, tale da spingere qualcuno a farsi paladino della crociata anti chiusura.
Magari anche di chi “prima” aveva sposato la causa di un centro più a misura di uomo, con meno auto, con maggiore fruibilità per il turismo.
Ma le idee cambiano a seconda della localizzazione geografica, in questo caso individuabile in poltrone dislocate da una parte o dall’altra della sala del consiglio.
Ma ci sta, ci può stare.
Il bello è che esiste anche un grigio, ed è il cittadino medio, quello che si lamenta delle cose non fatte e si lamenta se si fanno, quello che vorrebbe camminare senza auto quando è pedone ma che vorrebbe arrivare ovunque con l’auto quando è, appunto, automobilista, quello che l’erba del vicino è sempre più verde ma guai ad annaffiare la propria.
E così se provi, chiunque tu sia, a proporre il classico quesito del “cosa ne pensi”, aspettati di ricevere solo tanti “eammechemmefrega”.
Perchè la realtà dei fatti è questa, tutti pronti a mugugnare e nessuno disponibile a criticare costruttivamente.
Quindi lasciamo le cose come stanno e invece di fingerci arrabbiati a seconda dell’emotività del momento, accettiamo tutto senza discutere, senza voler far pesare il nostro pensiero, senza provare a suggerire, consigliare, ragionare, discutere.
Siamo il grigiore che galleggia immobile mentre, quelli che ci governano e quelli che ci vorrebbero governare, scelgono se farci vivere in bianco o in nero.