Migliaia di euro per coprire i buchi di bilancio e subito un piano industriale per salvare un emittente da “zero spettatori”. Promotore dell’azione “salvagente” il presidente della “Fondazione Vulci” che però ha smentito ogni sorta di interessamento
CIVITAVECCHIA – Sembrava, almeno dalle voci che si rincorrevano da “Casa Cacciaglia” a “Casa Giampaglia”, una trattativa seria, concreta, pronta a finalizzarsi con il salvataggio dell’emittente televisiva di famiglia della Fondazione Cariciv Mecenate Tv ed invece, almeno da quanto ci racconta uno degli attori, si è trattato e si tratta di sole chiacchiere da bar.Veniamo ai fatti. Da alcuni giorni, alcuni giornalisti della quasi fu MecenateTv, parlavano di un presunto acquirente del ramo della società strumentale che si occupa di editare la di fatto fallita televisione locale di Civitavecchia.
Un editore viterbese. O il tramite di un personaggio viterbese che avrebbe trovato la soluzione “salvagente”. Aprendo le orecchie lungo Corso Centocelle, alla fine, questo nome è uscito fuori. Si tratta dell’attuale presidente della Fondazione Vulci di Montalto di Castro – Cellere – Canino dottor Carmelo Messina.
Le chiacchiere sempre più forti e roboanti parlavano di una trattativa giunta quasi all’epilogo. Centodieci mila euro per avere, praticamente gratis, la televisione con tutti i giornalisti e le attrezzature, più l’utilizzo a tempo determinato, della redazione appositamente acquistata e trasformata in studi televisivi e redazione giornalistica annessa.
Ormai la Fondazione non ce la fa più a sostenere le spese. Oltre 500 mila euro all’anno se tutto va bene. Già spesi oltre 3milioni della Fondazione per un giocattolo che non ha portato alcun beneficio ma che produrrà presto dodici disoccupati pagati per almeno due anni dai vari enti previdenziali di riferimento.
Le chiacchiere sembrano vere. Addirittura ieri mattina incontro ufficiale nell’ufficio del mecenate di MecenateTv avvocato Vincenzo Cacciaglia. Ad ascoltare proprio lui. L’attuale presidente della Fondazione Vulci Carmelo Messina. Quest’ultimo di rapporti ne ha da vendere. Conosce mezzo mondo ed è stato un pezzo grosso di Finmeccanica. Ha un figlio che lavora nella “fabbricadeileader” con Luigi Crespi e Italo Bocchino (adesso nei guai e indagato per la storia di Fini e i rapporti con l’imprenditore Romeo).
Potrebbe essere proprio la Index Way, che di comunicazione ne mastica, a prendere in mano le sorti di una televisione a spettatori zero e trasformarla in qualcosa di molto più ampio, magari trasmettere anche a Rieti e nelle zone del terremoto.
Per tagliare la testa al toro e capire quanto ci sia di vero in tutto questo siamo andati alla fonte.
Abbiamo chiamato il dottor Carmelo Messina. Persona garbata e molto educata che ci ha raccontato come stiano le cose, almeno dal suo punto di vista:
“Ho saputo che stava chiedendo informazioni su iniziative da parte mia per rilevare MecenateTv. La posso assicurare. Non è nelle mie intenzioni imbarcarmi su iniziative editoriali così pesanti dal punto di vista economico. Se volessi fare una televisione la farei in tre giorni. Con il web è tutto molto semplice ed con costi contenuti“.
Allora come mai questo suo interessamento alla MecenateTv.
“Non ero e non sono interessato alla televisione. Volevo, anzi stavo cercando giornalisti capaci e preparati in ambito culturale ed esperti in archeologia per poter realizzare filmati utili alla promozione turistica e culturale della nostra zona. Nulla di più“.
Dunque non è vero nulla della IndexWay dove lavora suo figlio e di altre trattative!
“Assolutamente no. Mio figlio è autonomo, vive e lavora in Turchia. Non ho nessuna intenzione di entrare in un vortice costoso come quello di un network televisivo e dove i giornalisti hanno paura di mettersi in discussione, in proprio, costituendo una cooperativa“.
“Inoltre – prosegue Messina – la Fondazione Vulci assorbe così tanto del mio tempo che certamente non posso permettermi di dedicarmi ad altro se non alla promozione del sito archeologico e delle meraviglie che lo circondano“.
Dobbiamo credergli. Nel frattempo dovrebbe uscire, distribuito dalla Fondazione Vulci, un meraviglioso documentario firmato dalla straordinaria regista, Francesca Bartellini, realizzato anche con l’ausilio di droni ed effetti speciali.
Auguriamo al presidente di Mecenate, avvocato Vincenzo Cacciaglia, di trovare presto una soluzione per le persone che rischiano di trovarsi in mezzo ad una strada. Lui sì sprovveduto e con grossi limiti nel fare l’editore (sul resto lasciamo i giudizi al MEF, alla Guardia di Finanza, alla Procura del Canton Ticino ecc. ecc.).