“Medici e infermieri costretti a lavorare in maniera disagiata, con un numero di ore ben superiore a quelle previste dal contratto, senza alcun riconoscimento”
TERNI | (UmbriaDomani.it) – Non si lasciano attendere le risposte delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica (ANAAO, AAROI, CGIL MEDICI, CIMO, CISL MEDICI, FASSID-SNR, UIL MEDICI) alle “mistificazioni” del direttore generale dell’azienda ospedaliera, Maurizio Dal Maso.
“La direzione generale dell’azienda ospedaliera ternana – scrivono in una nota i sindacati – ha adottato iniziative unilaterali, anche significative, come nel caso della modifica dell’organizzazione del lavoro, tenendo sempre fuori dal confronto le organizzazioni sindacali.
Nel caso specifico i sindacati -nella riunione del 26 gennaio scorso- sono stati convocati per discutere l’ordine del giorno relativo all’apertura dell’area interdivisionale medica (la struttura creata per parcheggiarvi pazienti provenienti da vari reparti). Peccato che l’apertura di tale reparto era però già stata fatta tre giorni prima, senza informare le organizzazioni sindacali.
Per tale ragione le OOSS non si sono presentate all’incontro in quanto non intendevano svolgere un ruolo di mera ratifica passiva di decisioni già prese in altri contesti e mai condivise.
Al riguardo ci preme ribadire che quanto affermato dal Direttore Generale nella nota del 06/02/2017 -apparsa e diffusa dalla stampa- non corrisponde assolutamente al vero, tantomeno allo spirito collaborativo più volte auspicato dalle OOSS e mai messo in atto dalla attuale DG.
A conferma della scarsissima considerazione aziendale nei confronti delle OOSS, il fatto –qualcuno direbbe beffa- che siamo stati riconvocati solo il 27/02/2017, quindi a distanza di un mese (27/02/2017) dalla dichiarazione dello stato di agitazione sindacale.
Ci preme ribadire che la vita e l’attività professionale dei medici è esclusivamente finalizzata all’interesse della salute dei cittadini. Un obiettivo primario per noi, decisamente superiore a quello di quanti governano la sanità, che devono rispondere non solo ai bisogni della cittadinanza ma anche e soprattutto ad esigenze politiche e di budget.
Al riguardo apprendiamo dalla conferenza stampa indetta giovedì scorso (16/02/2017) dal Direttore Generale e dal relativo comunicato stampa dell’azienda -diffuso dal direttore stesso- che fra le prossime nomine dei primari è prevista quella di una terza figura apicale in ambito urologico ad integrazione dei due reparti di Urologia già esistenti.
Un caso anomalo, visto che, di contro, stiamo assistendo ad un progressivo indebolimento di reparti che sono fondamentali per il mantenimento dell’ospedale di Terni all’interno delle strutture ospedaliere di 2° livello.
Al pari di tutti i professionisti sanitari dell’Azienda Ospedaliera (come dimostrano le vertenze attualmente in corso), non solo siamo costretti a lavorare in maniera disagiata, con un numero di ore ben superiore a quelle previste dal contratto, senza alcun riconoscimento, visitando pazienti in corridoi o in reparti diversi da quelli ai quali apparteniamo ed in quantità maggiori rispetto agli standard e soprattutto in condizioni al limite della sicurezza delle cure e della dignità umana, ma siamo anche etichettati come opportunisti. Sembra quasi che dietro all’esigenza di condividere scelte organizzative vitali per la collettività, ci siano delle motivazioni personali che riteniamo offensive e tendenziose.
Questa ferma mobilitazione generale da parte dei sindacati dei medici e del comparto non si era mai verificata prima. Evidentemente esiste e persiste un problema reale di personale. Il voler banalizzare, mistificare e personalizzare la situazione, ci sembra un atteggiamento scorretto e fuorviante, soprattutto a danno dei cittadini utenti del servizio sanitario.
Siamo comunque tranquilli e sereni perché sappiamo che, nonostante le pesantissime accuse sferrateci, i pazienti sono dalla nostra parte conoscendo bene l’opera e la dedizione con la quale tutto il personale sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Terni lavora quotidianamente al loro fianco.
I provvedimenti presi dalla direzione e attuati fino ad oggi non sembrano così efficaci, visto il perdurare e talvolta il peggiorare di criticità già note; In primis i tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie dell’ospedale di Terni e la creazione di reparti (come la Discharge Room) che non hanno avuto alcun riscontro funzionale nelle esigenze dei cittadini. Il numero esiguo dei ricoveri nella struttura ne è un fulgido esempio”.