Le rovine della città sono la testimonianza di una lunga vicenda urbanistica improvvisamente interrotta nel 1172, quando i Viterbesi, dopo ripetuti scontri, “entrarno per forza nella città di Ferenti e tutta la robbarno e scarcarno“.
I resti monumentali oggi visibili, frutto principalmente degli scavi del ventesimo secolo, rappresentano una minima parte di quelli conservati ma già forniscono una prima idea dell’importanza del sito: una strada basolata, il teatro e le terme sono indizio di una vasta area pubblica, prospiciente il decumano, mentre numerose strutture medioevali sono visibili nei terreni esterni al parco.
Sicuramente dalla fine del II sec. a.C., una fondazione romana si inserì su una sporadica frequentazione precedente; di questa città repubblicana abbiamo scarsissime notizie dalle fonti, mentre un’iscrizione ci informa che in età augusteo-tiberiana vennero edificate le terme e, grazie alla generosità di Sesto Ortensio Claro, il foro venne completamente ripianificato; a quest’epoca risale anche il teatro, poi ristrutturato nel II secolo d.C. La prima età imperiale è l’epoca di maggior sviluppo della città, che vide la quasi completa urbanizzazione del pianoro.
Ferento divenne così il centro egemone di un vasto territorio, sede anche di diocesi dalla fine del V secolo fino almeno a tutto il VI; ed è in quest’epoca che la città entra in pieno nel conflitto bizantino-longobardo, trovandosi a svolgere una funzione strategica lungo la linea che segnerà il confine tra i due domini. In questo periodo la città viene fornita di una nuova cinta muraria e sfrutta il teatro come edificio di difesa.
Una fase di nuova espansione tra la fine dell’XI secolo ed il seguente è il segno della nuova vitalità del centro urbano che entra in conflitto irreversibile con la vicina Viterbo. Quest’ultima, modesto castrum nell’VIII secolo e diventata in seguito un centro urbano in rapida crescita, operò una distruzione pressoché totale dell’antica città. Tracce di frequentazioni regolari indicano in realtà che, con ogni probabilità, il sito continuò ad essere frequentato per attività estrattive ed agricole.
L’area archeologica di Ferento si trova a 8 chilometri a nord-est del capoluogo, su un vasto pianoro di trenta ettari in posizione spettacolare tra Montefiascone ed i Monti Cimini.
SI PUÒ VISITARE
– il decumanus maxìmus, l’asse principale dell’abitato
– impianto termale con pavimenti a mosaico ben conservati;
– il teatro formato dalla cavea, destinata gli spettatori, dalla scaena ove si svolgevano le rappresentazioni, dal fossatoe da ben 27 arcate che circondano e decorano la parte posteriore alcune originarie dell’epoca
– l’anfiteatro ancora non scavato e visibile solo in parte.