Museo Nazionale Etrusco, tanta storia poca conoscenza

Allestito su tre piani della monumentale Rocca Albornoz, dove si coglie l’intervento architettonico del Bramante, il Museo propone una panoramica sulla civiltà etrusca, partendo dai luoghi della quotidianità. Con efficaci ricostruzioni a grandezza naturale, si presentano le abitazioni etrusche di Acquarossa, nei pressi di Viterbo, scavate dall’équipe del re di Svezia, Gustavo VI Adolfo, appassionato archeologo. Ricercatezze architettoniche e soluzioni funzionali conducono il visitatore nell’atmosfera delle case etrusche di VIIsec. a.C. Insediamenti etruschi del viterbese sono illustrati anche al primo piano, con i centri di Musarna e Ferento, dove viene esemplificato il fenomeno della romanizzazione di tali aree. Infine, all’ultimo piano, una carrellata di corredi funerari etruschi provenienti dai principali siti della provincia, si conclude nella saletta dedicata alla tomba della biga di Ischia di Castro, prestigioso capolavoro etrusco di VI se.a.C.

Questo è il Museo Nazionale Etrusco allestito nella famosa Rocca Albornoz che oggi grazie all’iniziativa del gruppo ImmaginiAmo Viterbo abbiamo potuto visitare gratuitamente con il supporto di una preparatissima guida turistica l’archeologa Valeria Fiorini.

Grazie all’entusiasmo e alla competenza di Valeria abbiamo compreso il grande valore storico ed umanistico che è conservato in questo Museo unico al mondo.

In esso vi è rappresentata la vita quotidiana degli Etruschi, cosa veramente rara in quanto abitualmente conosciamo questo popolo principalmente per il loro culto sull’esistenza dell’oltretomba cioè una vita dopo la morte di conseguenza generalmente il popolo etrusco è associato a tombe e necropoli.

Tutta questa ricchezza culturale la dobbiamo al Re Gustavo di Svezia amante dell’archeologia fin dalla sua infanzia grazie all’interesse della madre, la Regina Vittoria, all’arte e all’archeologia, infatti sono ben note nel viterbese le sue campagne archeologiche dal 1957.

Nel corso di questi anni, e fino alla sua morte nel 1973, il re fu uno stimato collaboratore nel campo, partecipando a numerosi scavi in diversi siti della Tuscia, da dove provengono i vari reperti presenti in questo museo, come l’Acropoli di Acquarossa, Musarna, San Giovenale, il Tempio di Demetra, la Biga di Castro, le Muse Romane del Teatro di Ferento e tanto altro ancora che rendono questo Museo Nazionale Etrusco una unicità che merita di essere ancor di più valorizzata e promossa.

Che dire abbiamo un gran tesoro culturale ma non sappiamo valorizzarlo, vuoi per negligenza degli amministratori, vuoi per indifferenza dei propri cittadini, in quanto sfido quanti viterbesi, me compreso, sono a conoscenza di tanto valore storico.

Comunque oggi grazie al capace coinvolgimento di Valeria, sono passate tre ore e nessuno si è annoiato tutt’altro siamo usciti con una serenità per la lieta compagnia e una nuova ricchezza culturale.

Chiudiamo con le parole dell’archeologa Fiorini che è tornata a casa stanca morta ma con un sorriso che sa bene da dove proviene, ringraziando ImmaginiAmo Viterbo con la sua organizzatrice Stefania Ioime, per la fantastica mattinata, tutti i visitatori dell’appuntamento pomeridiano e in modo particolare l’Ufficio Turistico Viterbo che ogni prima domenica del mese si fida, giustamente, di questa bravissima guida che in modo intelligente e non folle come dice avvicina il cittadino e il turista alla cultura delle proprie origini senza annoiarsi ma bensì divertendosi.