San Martino al Cimino
Un piccolo gioiello urbanistico racchiuso all’interno di antiche mura: non perdete l’occasione di visitare San Martino al Cimino. In questa piccola realtà, a circa 8 km da Viterbo, troverete un borgo suggestivo, immerso tra i castagneti dei Monti Cimini e organizzato attorno all’Abbazia Cistercense.
Per accedere al centro di San Martino al Cimino si procede attraverso una porta nella cinta muraria, appena varcata la soglia vi renderete conto del suggestivo borgo che vi apparirà davanti agli occhi. Una ripida salita conduce all’Abbazia, alla destra e alla sinistra della strada due lunghe file di antiche casette a schiera e palazzi signorili. Gli edifici, mantenuti vivi dall’impegno dei cittadini, sono ancora oggi abitazioni e sedi di negozi ed attività. L’abitato di San Martino al Cimino è una delle più suggestive testimonianze di urbanistica barocca, tutto raccolto in un anello di mura, aperto da due sole porte.
Percorrendo l’intera salita si arriva alla suggestiva Abbazia Cistercense, documentata dall’anno 838 quando fu donata all’abate di Farfa. Nel 1145 il papa cistercense Eugenio III la affidò ai monaci del suo ordine, sebbene solo con papa Innocenzo III, nel 1207, l’abbazia venne assegnata direttamente alla casa madre di Pontigny.
Ma la visita a San Martino al Cimino non finisce qui. Accanto all’Abbazia sorge infatti il Palazzo Doria Pamphili.
La costruzione dell’edificio si deve alla principessa Olimpia Maidalchini che, intorno alla metà del XVII secolo, affidò all’architetto Marcantonio De Rossi la trasformazione del tessuto urbano di San Martino al Cimino. Il centro urbano fu organizzato con case addossate le une alle altre e schierate in funzione della grande Abbazia e del Palazzo.