Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da Hcs sulla revoca della gestione della discarica. Cozzolino s’arrabbia
CIVITAVECCHIA – Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da Hcs sulla revoca della gestione della discarica con il conseguente affidamento della stessa alla Mad, e il Comune di Civitavecchia decide di ricorrere al Consiglio di Stato.
“Come abbiamo sempre detto – spiegano dal Pincio – le sentenze si rispettano, ma non è detto che le si debba condividere per forza, come nella fattispecie”. Una sentenza che gli amministratori di palazzo del Pincio definiscono “politica nel momento in cui si spinge a definire ‘suggestivo’ l’impianto della ricorrente Hcs”.
E per il Pincio “il Tar in maniera altrettanto suggestiva, non considera minimamente i vizi procedurali nel provvedimento della Regione, quali per esempio il mancato intervento di Arpa Lazio, la mancata preventiva diffida prima di procedere alla revoca dell’autorizzazione di gestione e il fatto che le presunte violazioni all’Aia alla gestione della discarica siano in realtà da imputare a Mad stessa. Ancor più grave è il fatto che il Tar non prenda minimamente in considerazione il palese conflitto di interesse, per ragioni politiche, della dirigente che ha firmato la revoca, già candidata, tra l’altro, alle elezioni comunali del 2014.
Ancor più grave è il fatto che il Tar non prenda minimamente in considerazione il palese conflitto di interesse, per ragioni politiche, della dirigente che ha firmato la revoca, già candidata, tra l’altro, alle elezioni comunali del 2014 in una lista a sostegno del candidato sindaco del Pd avvocato Pietro Tidei.
Ciò posto, non possiamo che annunciare il nostro ricorso al Consiglio di Stato contro una sentenza che a nostro parere è caratterizzata da diversi vizi e tradisce uno sbilanciamento in favore della Regione e del suo operato volto a difendere gli interessi di un privato piuttosto che scongiurare un problema ambientale o una possibile emergenza rifiuti in un Comune importante come quello di
Civitavecchia”.
Prendersela con la dirigente che ha firmato il decreto dimostra come il sindaco e la sua giunta siano davvero superficiali nel gestire la cosa pubblica. Civitavecchia, da quando sono loro al comando, sembra diventata Aleppo (senza essere bombardata). Non c’è acqua e quella poca non è potabile. Buche di ogni dimensione ovunque. Transenne al posto delle riparazioni.
Monnezza, tanta, ovunque. Insomma una città davvero mortificata e ferita alla quale serviranno anni per ritrovare lo splendore definitivamente scomparso dal 2012 ad oggi.