Abbiamo denunciato la gestione di Cacciaglia per mesi ma solo ora si cominciano a vedere gli effetti disastrosi di questo signore che si è fatto rieleggere senza vergogna
CIVITAVECCHIA – Abbiamo scritto e riscritto articoli di ogni genere sulla Fondazione Cariciv. Abbiamo denunciato la totale incapacità gestionale del management e del suo uomo chiave, Vincenzo Cacciaglia. Non solo. Abbiamo scritto della scellerata gestione della televisione acquistata per far lavorare la figlia del Cacciaglia stesso. Coinvolto il MEF e la Procura di Civitavecchia su come e perché i soldi dei civitavecchiesi fossero usati come un bancomat di famiglia.
A quegli articoli le prime critiche ed attacchi sono giunti proprio da quei colleghi che, invece di aprire gli occhi, invece di sostenerci in questa battaglia, continuavano a irriderci come se fossimo dei matti e elogiavano l’azione di un incapace Cacciaglia dallo stipendio d’oro.
Ora, a distanza di mesi, quanto da noi scritto si è puntualmente avverato. La cessione del ramo d’azienda (sulla quale la Guardia di Finanza e la Procura dovrebbero dare una controllatina) era finalizzata solamente a lavarsi le mani per non averle sporche nei confronti di quei giornalisti ed operatori che sarebbero stati poi licenziati.
Solo un galantuomo su tutti, l’ex sindaco di Civitavecchia nonché avvocato Ezio Calderai, ha cercato di lottare contro i parassiti della Fondazione ma con scarsi risultati.
Anzi. Quando c’è stato da rieleggere il management, lo schifo ha raggiunto il massimo con il plebiscitario voto ottenuto dall’avvocato Vincenzo Cacciaglia che così si è garantito il sussidio da seimila euro al mese per altri tre anni.
Alle nostre voci fuori dal coro, ultimamente, si è aggiunta quella del collega Fabio Angeloni. Anche lui ha cercato di far aprire gli occhi ai civitavecchiesi. Ha denunciato come avevano sperperato decine di milioni alla faccia dei civitavecchiesi. Ha fatto vedere, dati alla mano, come le alchimie contabili di professionisti senza scrupoli, avessero drogato i bilanci.
Niente. La città ha abbassato la testa e fatto scorrere tutte le malefatte di Don Ciccio.
Adesso però è diverso, finalmente i colleghi di Mecenate hanno capito che è finita davvero. Che quella cessione di ramo d’azienda era fasulla (bastava guardare chi fosse a capo di quella società, quanto era il capitale sociale e di che entità fossero i bilanci) e che quindi tutti, dovessero ricorrere agli ammortizzatori sociali e fare armi bagagli e andarsene.
Adesso c’è un tentativo di coinvolgere La Provincia e TRC ma non sembra ci siano le condizioni per salvare capra e cavoli.
Chi se la gode è invece l’avvocato bagnino/ballerino Pasquale Giampaglia che fa da autista al grande, magnifico, straordinario Don Ciccio Cacciaglia. Lui sì che ha risolto il problema di arrivare a fine mese senza aspettare l’apertura dell’Aquafelix.
Ovviamente la figlia del “mecenate” Cacciaglia, Francesca, ha mantenuto il suo status quo di dipendente (nonostante sia stata oggetto di esilaranti riflessioni su un’inchiesta dell’Espresso) fino ad oggi, giorno del suo licenziamento (inevitabile) ma lei, con un curriculum di siffatte dimensioni, trovare spazio alla Rai, Mediaset o Sky sarà un gioco da ragazzi.
Il figlio di papillon Ludovico D’Amico che fine avrà fatto?
Beh qui le cose stanno messe diversamente. Lui è rimasto a Mecenate e non è rientrato nella cessione del ramo d’azienda. Con tutto quello che ha da fare Mecenate era fondamentale che rimasse al suo posto e mantenesse lo stipendio (anche se tra gli ultimi ad essere assunto).
Comunque, al di là di tutto ci dispiace per molti dei colleghi, non tutti (non siamo ipocriti, qualcuno così avrà imparato la lezione) e pubblichiamo quindi il loro sfogo sui social in attesa che Gioacchino Onorati, il titolare dell’Aracne che ha affittato il ramo d’azienda, ci racconti il suo punto di vista.
I giornalisti Luca Grossi, Sonia Bertino, Cristina Gazzellini, Stefano Pettinari, hanno divulgato una nota:
“Riteniamo che gli articoli usciti sulla stampa locale e l’assenza dallo schermo con Mecenate TV necessitino di alcuni chiarimenti.
Dal 2014 abbiamo lavorato al progetto di Mecenate TV. Una TV nata a tutela del territorio e delle sue peculiarità. Nel corso degli anni il comprensorio è stato seguito dalla TV come mai successo prima nella storia dell’emittenza locale. La solidarietà dei sindaci, delle istituzioni tutte e delle associazioni nel corso dei mesi di crisi ne è testimonianza.
Abbiamo messo tutti noi stessi in questo progetto nonostante le molteplici difficoltà apparse negli anni, compresi gli attacchi di coloro che non riuscirono ad entrare nel progetto stesso.
Il dieci aprile è subentrata nella gestione della TV la Gioacchino Onorati editore srl unipersonale attraverso un affitto del ramo di azienda.
I dipendenti si sono sentiti tutelati dalla Fondazione Cariciv, precedente editore attraverso la strumentale Mecenate, dal contratto stipulato con Onorati che prevedeva il mantenimento dei posti di lavoro, delle mansioni e delle retribuzioni. Sin dai primi giorni il dottor Onorati ci ha dimostrato difficoltà nel mantenimento dei contratti in essere.
Siamo stati licenziati e nonostante tutto abbiamo ricercato con il nuovo editore forme contrattuali meno impattanti.
Con il passare dei giorni di fronte all’impossibilita di accettare i nuovi contratti proposti non abbiamo potuto fare altro che abbandonare il progetto ed adire la via della disoccupazione.
Per quanto riguarda le nostre spettanze, peraltro dovute per legge, restiamo in attesa di riceverle ormai da diverse settimane. Per il resto accogliamo con fiducia e gratitudine la dichiarazione di vicinanza della Fondazione Cariciv ai suoi ex dipendenti espressa sui giornali.”