PIAZZA DELLA MORTE
Prima di ogni cosa incontriamo Piazza della Morte. All’inizio, veramente, non si chiamava così. Nel 1200, i Viterbesi costruirono questa piazza e la chiamarono prima Piazza Nuova, poi Piazza San Tommaso. Diverso tempo dopo, c’era una comunità religiosa detta “dell’orazione e della morte”.
Per questo ora la piazza porta questo nome.
E’ riposante stare qui, non trovi? L’ombra degli alberi e la fontana ci danno un senso di pace e di tranquillità. Pensa che questa fontana è una delle più antiche fontane a fuso, che sono caratteristiche della nostra città. Hanno tutte la testate di leone e le grosse foglie che decorano la parte alta del loro fuso. La fontana di questa piazza fu costruita nel 1206, ma venne distrutta poco dopo a causa di una famosa ribellione. Fu ricostruita verso la metà del 1200 e da allora è lì a darci la sua acqua e la sua bellezza.
CHIESA DI SANTA GIACINTA
Avviciniamoci alla chiesa moderna che vedi là, sullo sfondo. Ti stupisce una costruzione in questo stile, vero? E’ talmente diversa dal resto! Ha preso il posto di una chiesa più antica che è stata distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra. Io ci sono entrato: dentro è conservato il corpo di Giaciuta Marescotti, una ricca dama che rinunciò alle sue ricchezze per servire Dio.
PONTE DEL DUOMO
Seguimi ora verso il ponte che collega il colle del Duomo al resto della città. Se guardi a destra, puoi vedere come l’hanno costruito: con grossi blocchi di peperino che si tengono gli uni sugli altri senza cemento. Mi hanno detto che questi sono i resti della prima costruzione etrusca di questo ponte. Mentre camminiamo guarda sotto, a sinistra, la piccola chiesa della Madonna della Carbonara.
Ha preso il nome dalle Carbonare, che erano i fossati di difesa del colle del Duomo che esistevano numerosi nel posto dove essa si trova. Anticamente in questa chiesa venivano a portare i fiori e a pregare le “zitelle”, cioè le ragazze che cercavano di prendere marito.
PALAZZO FARNESE
Quello che vedi a destra è il Palazzo Farnese. Le persone della famiglia Farnese erano nobili e molto potenti e tra loro ci fu anche un papa, Alessandro Farnese, cioè papa Paolo III. Guarda che belle finestre che ha! Si chiamano bifore perché ognuna di esse ha due aperture, divise da una colonnina centrale. Se vuoi, entra a vedere il cortile interno del palazzo che si è ben conservato.
Bello, vero? A me piace la scalinata che sale attaccata alle pareti del cortile.
Usciamo di nuovo sulla via san Lorenzo, Qui a destra c’è l’archetto da dove si passava, una volta, per andare all’Ospedale. Adesso ci sono rimasti pochi reparti, tutto il resto è stato trasferito a Belcolle, una località tra Viterbo e San Martino. Continuiamo per andare in Piazza del Duomo. Guarda quei grossi massi a destra e a sinistra. Sai cosa sono? I resti delle mura della città al tempo degli etruschi e dei romani.
PIAZZA SAN LORENZO
Un personaggio importante ha detto che questa è una delle più belle piazze d’Italia. Ha ragione perché sui tre lati della piazza si trovano tre monumenti di particolare bellezza.
Qui a sinistra un’elegante abitazione del 1200, quella di Valentino della Pagnotta. Con le sue grandi arcate, le finestre a bifora, le mura in pietra. E’ ben conservata, grazie ad un restauro.
LA CATTEDRALE
Di fronte a noi possiamo vedere la facciata del Duomo, con la torre campanaria a strisce bianche e nere. Anche qui ci sono le bifore, e ora sai che cosa sono. Secondo la leggenda, al tempo degli etruschi qui c’era un tempio dedicato a Èrcole, che era un po’ il “patrono” della città come lo è oggi S. Rosa. Sulle sue rovine sarebbe stata costruita la prima chiesa di S. Lorenzo che fu pian piano ingrandita e trasformata nell’attuale cattedrale.
Vedi quella scritta in alto: “CARD GAMB.”? Significa: “Cardinale Gambara”. Fu lui a rifare la facciata della chiesa e tanti altri monumenti a Viterbo.
L’interno della cattedrale è diviso in tre corridoi (navate) con due file di colonne che hanno capitelli, uno diverso dall’ altro. Dentro ci sono alcuni quadri di valore. A sinistra, quello di S. Maria della Carbonara trasportato qui dalla chiesetta di cui parlavamo.
Noterai che sulla parete vicino alla porta, a sinistra, c’è una tomba di pietra: è quella di papa Giovanni XXI. Non ti devi meravigliare se parliamo di tombe. Una volta, infatti, si usava seppellire i morti nelle chiese e per i personaggi importanti venivano preparati i monumenti più belli da mettere lungo le pareti.
PALAZZO PAPALE
Il monumento più interessante di tutta la piazza è, senza dubbio, il Palazzo Papale, di grande valore per la storia e per l’arte.
Lo fece costruire, tra il 1255 e il 1266 il Capitano del popolo Raniero Gatti. Devi sapere che i papi, per sfuggire alle lotte di Roma, venivano a rifugiarsi a Viterbo. In seguito i papi decisero di fermarsi qui sempre più tempo. La nostra città divenne allora una piccola Roma e la chiesa di San Lorenzo una piccola Basilica di San Pietro. Per questo Viterbo è detta anche “Città dei Papi”.
Saliamo la scala e arriviamo all’ingresso del palazzo.
Dietro questo portone c’è la sala del conclave, un’aula enorme illuminata da dodici bellissime bifore, molto rustica, con scanni in pietra per sedersi. Qui si svolse il primo conclave della storia.
Sediamoci un attimo su questo sedile: ti voglio raccontare la storia di questo conclave.
Era l’anno 1270 e già da molti mesi i cardinali si riunivano per scegliere il nuovo papa, ma non riuscivano a mettersi d’accordo. In quel tempo, infatti, il papa era come un re e tutti i nobili volevano che venisse eletto uno della loro famiglia e cercavano in ogni modo di convincere i cardinali. I Viterbesi, però, si stancarono di aspettare. Presero tutti i cardinali e li rinchiusero a chiave (cum clave) nella prima stanza del palazzo.
Trascorsi alcuni giorni, siccome non era stata presa ancora una decisione, i Viterbesi tornarono alla carica: stavolta scoperchiarono il tetto, sicuri che i cardinali, rimasti allo scoperto, si sarebbero sbrigati.
Figurati! Cominciarono ad arrivare da ogni parte proteste e minacce, tanto che i nostri concittadini di allora dovettero liberare i cardinali. Finalmente fu eletto papa Gregorio X.
Il palazzo dei Papi è visitabile praticamente ogni giorno all’interno del percorso del Polo monumentale Colle del Duomo che include anche la Cattedrale di San Lorenzo ed il Museo del Colle del Duomo.
LA LOGGIA
Possiamo entrare, invece, per il cancello che è a destra del portone: qui c’è la Loggia, un terrazzo bello ed elegante.
Guardala: con gli archi e le colonnine somiglia di più a un merletto che ad una costruzione. Da questa loggia si affacciavano una volta i papi per benedire i fedeli.
La fontana al centro della loggia è collegata alla grande colonna che vedi e che nasconde la cisterna di un antico acquedotto.
Guarda com’è bella la piazza da questi archi mentre, dalla parte opposta, si apre la valle di Faul. Appena qui sotto c’è il piccolo campanile di Santa Maria in Cella, che è una chiesa molto antica. Ora scendiamo.
VIA DEI PELLEGRINI
Adesso lasciamo la piazza e torniamo indietro, sempre per via San Lorenzo.
Dopo aver attraversato di nuovo il ponte, giriamo a sinistra per via dei Pellegrini.
E’ questa la strada che collegava piazza del Gesù, che era il centro della vita cittadina con piazza San Lorenzo che era il centro della vita religiosa.
Quella lapide attaccata al muro della casa dice che qui c’era, nel Medioevo, una casa per i pellegrini, cioè per quei viaggiatori che si spostavano da un luogo religioso a un altro.
Certo, è una via stretta, un po’ buia, i palazzi non sono sempre belli.
Percorrendola, però, ci troviamo rapidamente in una delle piazze più importanti della città.
PIAZZA DEL GESU’
Ho tante cose da raccontarti su questo posto, che non so da dove cominciare. Pensa che il primo Palazzo del Comune era proprio in questa piazza, almeno fino a quando non fa costruito, nel 1270 quello nuovo in piazza del Plebiscito. Questo Palazzo, oggi distrutto, doveva trovarsi sulla sinistra della piazza, dove ora vedi la torre del Borgognone. Questa si chiama così perché la lunghezza del piede di Messer Borgognone venne usata per misurare la base della torre nella sua costruzione.
La Chiesa che vedi qui a fianco, invece, ha una storia più triste, anche se molto famosa. Devi sapere che dentro la chiesa, sempre durante il Medioevo, è stato commesso un omicidio. Aspetta che ti racconto il fatto.
Era la mattina del 13 marzo del 1271. Enrico di Cornovaglia, che era venuto a Viterbo insieme a tanti altri nobili, stava ascoltando la messa nella Chiesa di San Silvestre (oggi Chiesa del Gesù). Entrarono in chiesa Guido e Simone di Monfort che volevano ucciderlo per vendicare la morte del loro padre. Quando il giovane Enrico si accorse di loro, corse verso l’altare, perché pensava che lì non l’avrebbero toccato. I due fratelli, invece, non si fermarono e colpirono a morte lui e due persone che avevano tentato di proteggerlo. Presero, poi, il corpo della loro vittima e lo trascinarono fino sulla porta della chiesa.
Dante Alighieri, nella Divina Commedia, parla di questo come un grande esempio di violenza.
Dai, ora attraversiamo la piazza e la Via San Lorenzo e prendiamo la viuzza che in poco ci porterà a una delle chiese più antiche di Viterbo.
SANTA MARIA NUOVA
La famiglia del prete Biterbo o Bitervo iniziò a costruire la chiesa molto tempo fa nel posto di una chiesa più antica.
Un libro di quel tempo ci dice che nel 1080 fu donata, insieme all’ospedale, alla città di Viterbo. In quel tempo non era ancora finita, ma in poco tempo diventò una bellissima chiesa.
Dentro Santa Maria Nuova, si conservavano l’archivio e il denaro della città, usati per le riunioni e le assemblee popolari. Vedi quel balconcino in pietra (pulpito) attaccato all’angolo della chiesa? Pensa che lì ha predicato san Tommaso d’Aquino.
All’interno, la chiesa è divisa in tre navate separate da due file di colonne che forse ti ricordano quelle del Duomo che hai già visto.
Vedi, a sinistra, quel pilastrino (cippo) di marmo? Anche se non sono facili da leggere e capire, ci sono scolpite sopra le parole che descrivono la donazione.
Anche in questa chiesa ci sono due opere molto importanti: una Crocifissione e una Madonna con Bambino. Sull’altare in fondo c’è il dipinto del Salvatore che benedice. Il dipinto si chiama “trittico” perché è formato da tre tavole unite insieme ben custodite sotto il vetro e ciò ti fa capire la sua importanza.
Anche questo dipinto ha una storia. Un’antica cronaca del 1283 racconta il suo ritrovamento.
Due contadini, loseffo de lo Croco e loanne de la Cipolla stavano arando il campo di lulio de la Chierichera. Ad un tratto i loro buoi si fermarono e non volevano più andare avanti. Uno dei due contadini si accorse allora che l’aratro era stato bloccato da una grossa cassa di pietra. Dentro c’era l’immagine del Salvatore. Sei preti di Santa Maria l’andarono a prendere e la portarono fino alla Chiesa. Ogni anno, il 14 di agosto, si svolge una processione per ricordare questa storia.
Nella navata centrale puoi vedere l’altare di peperino: è del 1100.
Usciamo dalla Chiesa. Ricordati di visitare il cortile (chiostro) che le sta a fianco: è un importante monumento longobardo restaurato di recente. La forma delle sue colonnine ci ricorda quella dei campanili di Santa Maria in Cella e di San Sisto, che vengono considerati i più antichi della città.