Ieri il vertice in Capitaneria di porto ed il sopralluogo nell’area della nuova darsena traghetti in via di ultimazione che sarà destinata alla prima accoglienza ed allo smistamento degli arrivi via mare. Da definire i dettagli del piano. Cozzolino: “Civitavecchia non è nelle condizioni di diventare un hotspot. Troppi i problemi e le criticità”
CIVITAVECCHIA – Sarà la banchina 28 del porto di Civitavecchia ad essere destinata alla prima accoglienza ed allo smistamento dei migranti che già dai prossimi giorni è previsto che arrivino anche nel porto di Roma. Ieri mattina in Capitaneria di Porto si è svolto un vertice, che ha fatto seguito alla riunione di giovedì in Prefettura, a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine del territorio: con la vice-prefetto vicario Enza Caporale, il sindaco Antonio Cozzolino, AdSp con la segretaria generale Roberta Macii, comandante del Porto, il direttore generale della Asl Giuseppe Quintavalle, il direttore dell’Agenzia delle Dogane, i comandanti e responsabili di Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia locale, Protezione Civile.
Dopo oltre un’ora di riunione, è avvenuto il sopralluogo con accesso dalla banchina 27, ora destinata alla logistica dell’automotive, nell’area della ultimanda darsena traghetti, dove dovranno essere realizzate delle strutture per la prima accoglienza di quanti saranno sbarcati delle navi delle Ong che approderanno a Civitavecchia.
Dopo le procedure di verifiche sanitarie ed identificazione, i migranti saranno trasportati nelle strutture di accoglienza ubicate sul territorio. Migranti sono già sbarcati nei porti di Catania, Salerno e Brindisi: occorre adesso chiarire quelli che saranno i dettagli del piano e gli step successivi previsti, che tipo di hub sarà realizzato in porto, se sarà in qualche modo interessata anche la città, e quanto tempo è previsto che l’hub rimanga e quanti giorni mediamente dovrebbe durare la sosta delle persone sbarcate da ogni nave.
La Prefettura sembra essere stata chiara: c’è una crisi internazionale alla quale dover rispondere. Il tempo quindi di allestire le strutture necessarie e si potrebbe quindi avere in porto la prima nave, con la logistica affidata ad un team ristretto. «Il porto non è pronto per accogliere un hotspot e se il Ministero continuerà con decisione su questa pericolosa strada, dovremo affrontare un’emergenza difficile, se non impossibile, da gestire».
Questo è stato il commento del sindaco nel corso del sopralluogo, evidenziando ancora di più dubbi e perplessità già fatti emergere nella riunione in Prefettura, supportato dal segretario generale dell’Adsp Macii che ha evidenziato l’inidoneità dei luoghi proposti, ossia la banchina 28 e gli esigui spazi limitrofi.
“Civitavecchia non è nelle condizioni di rispondere a questa richiesta” ha ribadito, elencando una serie di problemi sanitari, legati al traffico e all’esiguo personale di Polizia locale, le risorse per i servizi sociali, le possibili ricadute negative occupazionali per il territorio e soprattutto le criticità legate alla sicurezza della struttura.
Da qui l’invito, rivolto al Ministro, di rivedere questa ipotesi.