La diminuzione di traffico (solo una modifica a volumi invariati secondo la compagnia armatoriale), sarebbe all’origine della richiesta di cassa integrazione per i 92 lavoratori dell’impresa portuale. In ballo l’affidamento di un terminal dedicato
CIVITAVECCHIA – L’autorevole sito di informazione legato all’economia del mare, Ship2Shore, ha pubblicato un interessante articolo sulla crisi della Cilp che rispecchia quanto da noi scritto in questi ultimi giorni ma con dei dettagli molto importanti: Il rovesciamento delle prospettive per Cilp, Cooperativa Impresa Lavoratori Portuali di Civitavecchia, è stato improvviso e ferale, al punto che nei giorni scorsi il presidente Massimo Soppelsa ha avviato le pratiche per l’applicazione della cassa integrazione a rotazione per tutti i 92 lavoratori.
Meno di tre mesi fa gli amministratori di Cilp, nella relazione ai soci sul bilancio 2016, chiusosi in lieve utile ma con un rilevante incremento di fatturato (1,3 milioni di euro, che ha portato a 9 milioni i ricavi), tracciavano un positivo sentiero di sviluppo per l’impresa ex art.16, decollata (il fatturato era poco più della metà a fine 2014) con l’arrivo a Civitavecchia del Gruppo Grimaldi di Napoli.
L’arrivo, da gennaio 2017, delle Alfa Romeo Giulia prodotte dalla Fiat a Cassino e destinate ad America e Far East, l’apertura nel febbraio 2017 del mercato cinese da parte del produttore automobilistico torinese, l’avvio da parte di Grimaldi della linea Civitavecchia – Vera Cruz e quello (da maggio) della Civitavecchia – Olbia, facevano definire agli amministratori il 2017 come “un ulteriore nuovo anno di crescita ed espansione”, con l’intenzione di “ampliare gli investimenti in porto con acquisizione di nuovi spazi necessari specialmente per il traffico auto”.
Invece proprio l’automotive sarebbe la causa dei problemi delle ultime settimane e in particolare, secondo Cilp, un calo di 30mila auto movimentate fra giugno e luglio, dovuto proprio alla scelta di Grimaldi di dirottare una parte rilevante di traffici su Gioia Tauro. Una decisione che ha messo in difficoltà Cilp, ma anche la Compagnia Portuale di Civitavecchia (l’art.17 dello scalo, che nel 2016 a Cilp ha fatturato quasi 4 milioni di euro) e i sindacati, incontratisi più di una volta nei giorni scorsi coi i vertici della locale Autorità di Sistema Portuale.
Lo spostamento di Grimaldi sarebbe infatti da imputarsi al fatto che a Gioia il colosso partenopeo è azionista (al 50%) del terminal auto BLG, cosa che gli garantirebbe condizioni economiche più favorevoli rispetto a quelle di Civitavecchia. Costantino Baldissara, direttore commerciale logistico e operativo di Grimaldi, ha però spiegato che “si tratta solo di una diversa composizione dei volumi di traffico, ma non di una diminuzione, perché il calo dell’export è stato abbondantemente compensato dall’incremento dell’import”.
Il che contrasterebbe con l’ipotesi che il presunto switch, avvenuto ad oltre un anno dallo sbarco terminalistico di Grimaldi in Calabria, sia in realtà una mossa strategica per arrivare a gestire anche nello scalo laziale un terminal in proprio. Un quadro, quest’ultimo, non smentito però dall’AdSP, che anzi lo ha corroborato, non fornendo delucidazioni sul concreto andamento dei volumi di auto nel 2017 e rilasciando per bocca del segretario generale Roberta Macii alcune dichiarazioni alla stampa locale: “Stiamo lavorando per chiudere un importante accordo con Grimaldi che non si limiterà solo alla concessione di nuove aree di sosta per le auto. Ma bisogna aspettare fino a settembre”.
Nel frattempo l’AdSP può parzialmente consolarsi: al quinto tentativo, infatti, è arrivata un’offerta valida per rilevare la Privilege One P430, il megayacht ancora non terminato che si trova bloccato da due anni all’interno del cantiere alla Mattonara, nella zona nord del porto, dopo il disastroso fallimento del cantiere Privilege Yards. Maggiori dettagli, compresa l’identità dell’offerente, saranno rivelati nei prossimi giorni dalla curatela fallimentare, mentre nei giorni scorsi per quella del candidato a rilevare l’Interporto di Civitavecchia è circolato il nome della società consortile La Fenice.