LA ROCCA
La Rocca è quel grande edificio grigio che vedi a destra. E’ nata come costruzione militare e doveva essere molto sicura. Per questa ragione doveva avere delle mura particolarmente resistenti ed essere ben difesa dai soldati. La fece iniziare il cardinale Egidio Albornoz. Questo grande personaggio aveva il compito di controllare la popolazione al posto del Papa, che si trovava in Francia. Per far questo, naturalmente, utilizzava i soldati. I suoi uomini si esercitavano proprio nella grande piazza dove ci troviamo, che si trova di fronte alla Rocca.
Certo, allora la piazza era deserta: non c’erano giardinetti e neppure i muretti che dividono la strada dal parcheggio
Questa piazza è stata, poi, una delle più importanti della città. Era un posto dove la gente si riuniva in diverse occasioni: qui si assisteva alla “tombola” e, sempre qui, è stato proiettato il primo film a Viterbo. Lo spettacolo avvenne all’aperto e il telo dove venivano proiettate le immagini era trasparente, così il film si poteva vedere da una parte e dall’altra. Sempre su questa piazza, alla fine dell’800, quando c’era ancora la pena di morte, il boia uccideva i condannati a morte.
Tra questi ce n’era uno molto particolare, tanto che i Viterbesi ancora lo ricordano. Si chiamava Cicoria ed era un gran delinquente, ma riusciva a fare lo spiritoso anche di fronte alla morte.
Si racconta che, mentre veniva portato in Piazza della Rocca per essere giustiziato, vide la gente correre per prendere il posto e per vedere meglio.
Allora disse:
“Non correte, tanto se non arrivo io lo spettacolo non comincia!”
Quando arrivò davanti al boia, poi, esclamò:
“Una cosa così non mi era mai successa!”. Intanto s’annuvolava e lui diventava nervoso. Alla fine disse al boia:
“Sbrigati a tagliarmi questa capoccia, sennò prendiamo pure l’acqua!”
Bel tipo, no?
IL MUSEO
Con il passare dei secoli, diversi personaggi decisero di abitare, per tanto o per poco tempo, nella Rocca e vi fecero fare qualche cambiamento. A poco a poco questo palazzo scuro e triste diventò un poco più gentile, Oggi la Rocca ospita un interessante Museo. Vieni, oltrepassiamo l’ampia porta, il cortile interno ed entriamo.
Per visitare nel modo più giusto tutto il Museo, seguiamo attentamente le frecce che indicano il percorso. Ti chiederai perché a Viterbo sia stato aperto un altro Museo dove si conservano cose etrusche. Dirai:
“Non ce n’era già uno?”
Questo, però è particolare perché ci si trovano maggiormente i resti delle abitazioni del popolo etrusco. Se osserviamo bene possiamo capire, per esempio, come erano le case etrusche e, soprattutto, come erano fatti i loro tetti.
LA FONTANA
Torniamo sulla piazza. Ti piace la fontana? Come tutti i nostri monumenti anche questa ha una storia. Venne costruita nel 1566.
Il Vignola, grande artista che la disegnò, era a Caprarola ed era impegnato nella costruzione del palazzo Farnese. Venne chiamato e fu incaricato di fare un progetto per la fontana. Quando fu pronta, però, la fontana ebbe subito qualche problema, perché i pezzi di sopra erano troppo pesanti e tutta la fontana rischiava di cadere. Bisognò buttarla di nuovo giù e ricostruirla cercando di riutilizzare gli stessi materiali. Beh, insomma! Non sbagliamo soltanto noi, sbagliavano anche gli antichi!
PIAZZA SAN FAUSTINO
Percorriamo Via Amendola, una delle due strade che uniscono Piazza della Rocca alla Piazza di San Faustino. Di questo quartiere torneremo a parlare quando racconteremo di Ferento e dei suoi abitanti. Anche qui vedi un’altra fontana a fuso. Lo so che non sono più una novità, ma avviciniamoci ugualmente un attimo. Vedi quelle scritte che si trovano tra le “cannelle” che escono dalla bocca dei leoni? Si vede che sono molto antiche. Sai cosa dicono? “Iacopo di Andrea e Gemino di Mastro Francesco fecero questa opera”. Ecco! Sono le firme di chi ha fatto la fontana. Beh, è anche giusto, è una firma su un’opera d’arte!
Guarda dentro la vasca. Proprio sotto ai bocchettoni da dove esce l’acqua ci sono quattro cubi di peperino. Chi andava a prendere l’acqua alla fontana ci appoggiava il secchio che diventava sempre più pesante man mano che si riempiva. Nella piazza si svolge ogni giorno un mercato dove si possono comprare verdure, frutta e anche salumi e formaggi.
PIAZZA DEL SACRARIO
Scendiamo per Via Cairoli. Questa via, circa 70 anni fa, finiva con il Ponte Tremoli che univa San Faustino con il centro di Viterbo. Si chiamava così perché all’inizio era di legno e traballava quando ci passavano sopra i carri.
Vedi la piazza? Vedi Via Marconi a sinistra? In quel tempo di tutto questo non esisteva proprio niente. C’era praticamente la campagna e il fosso Urcionio. I bambini ci facevano il bagno dentro e le donne ci andavano a lavare i panni.
Dopo il 1930, invece, l’Urcionio è stato ricoperto e ora passa sotto Via Marconi e sotto Piazza del Sacrario. Scorre in una specie di galleria tanto grande. Nell’ultima guerra avevano diviso a metà questa galleria e la parte di sopra è stata usata dai Viterbesi come rifugio durante i bombardamenti.
Quando suonava l’allarme perché arrivavano gli aerei, la gente entrava di corsa nel rifugio, si sedeva sui sedili che stavano lungo tutto il tunnel e aspettava che il pericolo passasse. Sotto Via Marconi, questo rifugio esiste ancora, ma ormai le entrate sono state chiuse.
Nel periodo della copertura del fosso venne fatta anche la sistemazione della piazza, La piccola chiesa di Santa Maria della Peste è diventato il Sacrario dei Caduti in guerra, Qui vengono ricordati tutti i soldati che sono morti durante le guerre
In quel periodo venne costruito anche il Palazzo delle Poste in via Ascenzi e vennero piantati anche i pini che ormai sono cresciuti e fanno ombra sempre nella stessa via. La nuova piazza arrivava circa dove adesso c’è l’ingresso al parcheggio. Al di là c’era lo “scarico”. Ci sono state buttate le macerie delle case distrutte dalla guerra e i Viterbesi hanno continuato a scaricare lì quello che non poteva entrare nel secchio delle immondizie. In questo modo, un po’ alla volta il piazzale si è ingrandito.
Prendiamo ora via Ascenzi, e camminiamo fino all’ingresso dell’Ufficio Postale. Scendiamo la breve scalinata che troviamo alla nostra destra, giriamo ancora a destra. Visto? Avresti mai detto che qui dietro si poteva trovare una chiesa molto antica ? E’ Santa Maria della Salute. Guarda che bella la porta ornata di marmo scolpito. Dentro non ci sono particolari interessanti. Ci si trova soltanto la tomba del notaio viterbese che fece costruire questa chiesetta nel medioevo.
Torniamo indietro e raggiungiamo piazza del Comune.
Ti consiglierei, prima di tornare a casa, di ristorarti con un buon gelato.