VITERBO – Un virus dal nome esotico, trasmesso dalla zanzara Aedes Aegypti, che viaggia attraverso la circolazione sanguigna fino a raggiungere il cervello e il midollo spinale, provocando un’infiammazione che può dare sintomi neurologici gravi e potenzialmente fatali. Virus del Nilo a Viterbo dove sono state sospese le donazioni di sangue per 28 giorni, come è successo ad Anzio per un focolaio di Cukungunya.
Zanzare ancora una volta sotto accusa in questi scampoli di estate 2017. Il problema è legato al virus del Nilo Occidentale (West Nile Virus), un arbovirus di origine africana che solo accidentalmente può infettare l’uomo, ma che da qualche anno colpisce in Italia, soprattutto nell’area della Pianura Padana.
Il virus è stato rilevato alle porte di Roma, a Viterbo, e in altre 21 province tra Nord e Centro (anche appunto nel Lazio e in Sardegna), tanto che il Centro nazionale sangue ha disposto la sospensione temporanea per 28 giorni dei donatori di sangue e di emocomponenti che abbiano soggiornato anche solo per una notte in queste province nella stagione estivo-autunnale 2017.
Nell’elenco oltre a Viterbo figurano: Reggio Emilia, Ravenna, Modena, Venezia, Rovigo, Brescia, Cremona, Bologna, Ferrara, Padova, Verona, Oristano, Mantova, Novara, Pavia, Milano, Piacenza, Lodi, Treviso, Vicenza, Livorno. «Il virus compare in Italia in agosto-settembre, viaggia con gli uccelli e viene trasmesso dalla zanzara culex, la zanzara comune. In particolare – spiega all’Adnkronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità – quest’infezione tende a colpire il cavallo e l’uomo.
L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale, ma nell’1% l’infezione virale può provocare meningite o meningo-encefalite. Insomma, si tratta di un’infezione più grave della Chikungunya, a cui sono risultate positive tre persone ad Anzio».
ll Virus del Nilo Occidentale ha avuto origine «in Africa molti anni fa, ma poi si è diffuso in tutto il mondo ed oggi è arrivato ad interessare anche Australia, Asia, Europa e Nord America – continua Rezza – L’infezione è stata diagnosticata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1999. Il virus si trasmette solo direttamente, attraverso le zanzare, ma non da cavallo a cavallo o da cavallo a uomo».
Nelle scorse settimane in Italia è stato segnalato un caso umano di febbre da West Nile Virus nella provincia di Vicenza e un caso di malattia neuro-invasiva nella provincia di Livorno. A Viterbo sono stati colpiti dei cavalli. «In generale in Italia – ricorda Rezza – l’area più colpita è quella della Pianura Padana, con Emilia, Veneto e anche una zona della Sardegna occidentale. In Europa si registrano casi nei Balcani, in Grecia e in genere vicino ai grandi fiumi.
Ogni anno abbiamo nel nostro Paese qualche decina di casi sporadici, ma le infezioni sono più numerose perché asintomatiche, ecco perché è opportuno lo stop delle donazioni di sangue». Ma come si contrasta il Virus del Nilo? «La disinfestazione delle zanzare è l’arma migliore», assicura l’esperto. Le evidenze scientifiche nazionali ed internazionali hanno dimostrato l’efficacia dei piani di sorveglianza sistematica delle catture di zanzare vettrici e di sorveglianza attiva degli uccelli selvatici per fornire informazioni precoci sulla circolazione del West Nile Virus.