Da Porta S. Pietro a Piazza S. Carluccio
PORTA SAN PIETRO
Possiamo entrare da Porta S. Pietro, una delle più antiche porte di Viterbo.
Se potesse parlare dei tempi lontani, ci racconterebbe di tutte le volte che è stata chiusa per difendere la città dagli attacchi degli eserciti romani e di tutte le grandi battaglie. Invece, eccola lì, piccola, semplice, ornata solo dallo stemma della Città: il leone con la palma. Questa porta ha un altro nome molto buffo: si chiama Porta Salicicchia o Salcicchia, forse perché era pavimentata con le selci, ma la gente del popolo ha un po’ cambiato questo nome e indovina? L’ha fatta diventare Porta Salciccia.
PALAZZO DI DONNA OLIMPIA
Quello che vedi accanto a Porta San Pietro è il Palazzo dell’Abate. Fu fatto costruire all’inizio del 1400 dai monaci di San Martino che si venivano a rifugiare qui quando c’era qualche guerra ed era pericoloso restare nella loro abbazia. Nel 1564, quando il fratello del papa e sua moglie, Donna Olimpia Maidalchini, diventarono principi di San Martino, anche il Palazzo dell’Abate diventò di loro proprietà.
Se entriamo dentro la porta, troviamo il Monastero delle Duchesse dove una volta venivano accolti e allevati i bambini abbandonati dalle mamme.
SAN PELLEGRINO
Da qui, per arrivare al centro del quartiere di San Pellegrino, dobbiamo percorrere tutta via San Pietro e poi, appena passata Piazza degli Orfani, dobbiamo girare a sinistra per una delle tante strade che incontriamo.
Sono strade strette, perché nel Medioevo non c’erano le macchine né le grandi carrozze e le strade ampie non servivano. Era, poi, utile che fossero tortuose, così il vento vi si infilava di meno e faceva meno freddo.
Come vedi sono senza marciapiedi e quasi tutte con i selci. Queste pietre noi le chiamiamo anche sampietrini, perché sono dello stesso tipo e della stessa forma di quelle usate anche per pavimentare Piazza San Pietro a Roma. Certo che, vista da qui, Viterbo non sembra proprio una grande città: poco traffico, niente semafori, i rumori sono rari. Le case sono piccole e di peperino, una pietra vulcanica locale, di colore grigio.
E’ vero, qui non ci sono alberi e qualche casa, ancora non restaurata, ha la facciata rovinata, ma i fiori rossi alle finestre mettono allegria, no?
Non a caso, da qualche anno, qui si svolge “San Pellegrino in fiore”. Vedessi come sono più vive, allora, tutte queste viuzze, addobbate dai fiori esposti da molti fiorai della zona! Ci passeggiano molte persone che vengono per visitare la mostra e per assistere a manifestazioni e spettacoli che l’accompagnano.
Eccoci in Via San Pellegrino. In quella casa sulla destra, restaurata da poco, c’è la sede del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. E’ il posto dove si riuniscono a prendere le loro decisioni i facchini che il 3 settembre trasportano la macchina.
Ecco, purtroppo è chiuso, così non lo potremo visitare e mi dispiace perché dentro, tra le altre cose, ci sono i disegni di tutte le macchine costruite dall’inizio fino ad oggi.
PIAZZA SAN PELLEGRINO
Quella in cui ci troviamo adesso è Piazza San Pellegrino.
Qui c’è il palazzo artisticamente più interessante di tutto il quartiere. E’ il Palazzo degli Alessandri, una delle famiglie più in vista del Medioevo a Viterbo.
Devi sapere che, come avveniva spesso in quell’epoca, per un certo periodo, gli Alessandri persero il loro potere e furono cacciati dalla Città.
In simili occasioni, si usava distruggere tutti i palazzi che appartenevano alla famiglia cacciata. Così sarebbe successo anche al Palazzo degli Alessandri, se non fosse intervenuto il Papa che ordinò di non toccare niente.
Come puoi vedere, questo palazzo, che oggi viene usato per mostre e conferenze, non ha scala esterna: essa si trova all’interno e prende luce da un balcone chiuso da un ampio arco.
Tutta la piazza è un vero gioiello: osserva gli archi, le colonne, le torri! Ti sembra di vivere in quel tempo? Ti immagini la piazza piena di artigiani al lavoro, di persone, di carri che passano, di animali? Avrai senz’altro visto una scena simile in qualche film.
Guarda in alto. Vedi lassù quante belle torri? Lo sai? Nel Medioevo le torri erano davvero molto importanti. Più una famiglia era potente e più la sua torre era alta.
Oggi si fa prima a dimostrare la propria ricchezza, basta un bolide di macchina o, magari, una barca!
PIAZZA SCACCIARICCI
Adesso continuiamo la nostra camminata per via S. Pellegrino e passiamo sotto l’arco di Palazzo degli Alessandri. Alza gli occhi: guarda che travi di legno reggono la casa che sta sopra! Sono neri, certo non sono ridotti bene. Pensa, però, da quanto tempo stanno lì. Le nostre case dureranno così tanto?
Intanto siamo arrivati in un’altra meravigliosa piazzetta: piazza Scacciaricci. Leggi quella lapide attaccata al muro lì, a sinistra. Ti dice che questo quartiere è stato costruito in maggior parte da gente semplice, ma che aveva buon gusto. Sulla destra puoi vedere il profferlo forse più famoso della città.
IL PROFFERLO
Anche se il nome sembra strano, guardandolo è facile capire che cosa è un profferlo.
E’ una scala esterna, fatta di peperino, che si appoggia sopra un arco. Questa scala porta a un balcone, spesso ornato con vasi di fiori, che fanno diventare tutto più vivo e allegro.
Chissà quante ragazze si saranno affacciate a questo o ad altri profferii che si trovano nella città per vedere, almeno da lontano, il fidanzato che passava.
ARTE E ANTIQUARIATO
Continuiamo su via S. Pellegrino. Hai notato? Non ci sono supermercati né negozi di abbigliamento; anche i bar e le rivendite di alimentari sono pochi.
Praticamente, nel quartiere si trovano quasi tutte botteghe di antiquari, restauratori, artisti. Magari a te non interessano neppure molto, ma coloro che sono appassionati di cose antiche o d’arte spesso vengono qui per visitare questi negozi che non potrebbero stare in un posto più adatto.
Di sabato e di domenica, inoltre, per le strade principali di S. Pellegrino ci sono le bancarelle del mercatino dell’Antiquariato. Mentre si passeggia, si può trovare di tutto: libri vecchi, fotografie e disegni, vestiti di una volta, mobili, anche cose piccole da poter comprare a prezzi non esagerati.
Siamo arrivati in piazza S. Carluccio. La fontana che vedi a destra, attaccata al muro dell’Istituto delle Maestre Pie Venerine, è molto antica e porta impressi i simboli dei Gatteschi e degli Anguillara. Quel palazzo di fronte una volta era un ospizio per i vecchi.