Arrivata la risposta della richiesta di accesso agli atti del capogruppo de La Svolta: da Pomezia, dove sono custoditi i documenti del Pincio più vecchi, in poche ore è stato messo a disposizione tutto il fascicolo sul piano regolatore cimiteriale. Ora il consigliere integrerà il proprio esposto con i nuovi, importanti, atti venuti alla luce, sulla base dei quali l’impianto realizzato risulta essere difforme allo strumento urbanistico
CIVITAVECCHIA – “La delibera 287 del 1997 è nella disponibilità degli uffici comunali e dell’amministrazione”. Nuova stoccata del consigliere comunale di minoranza e leader de La Svolta Massimiliano Grasso sul forno crematorio. Nei giorni scorsi la scoperta del piano regolatore cimiteriale del ’97: immediata la richiesta di accesso agli atti di Grasso. La risposta, però, non fa che accrescere i dubbi che circondano l’iter che ha portato alla costruzione della struttura presso il cimitero nuovo di via Braccianese Claudia.
“In poche ore – spiega il capogruppo de La Svolta – tramite la società che a Pomezia gestisce l’archivio comunale, l’atto è stato scansionato e trasmesso per rispondere alla mia richiesta dell’altro giorno. A questo punto c’è veramente da chiedersi perché l’atto di approvazione del piano regolatore cimiteriale, in cui è contemplato il forno crematorio, non sia mai stato citato né preso in considerazione durante tutto l’iter che ha portato alla realizzazione dell’impianto – tuona Grasso – che risulta difforme dallo strumento urbanistico vigente. E credo che sarebbe opportuno che chi di dovere acquisisse il faldone di elaborati ed allegati alla delibera che gli stessi addetti all’archivio comunale dicono essere disponibile”.
Va infatti ricordato che Grasso, insieme al consigliere di minoranza del Pd Piendibene, presentarono un esposto chiedendo l’intervento della Magistratura.
“È clamoroso che in circa due anni di dibattiti pubblici – prosegue il leader de La Svolta – anche in consiglio comunale, nessuno, a partire dal Sindaco, fino al dirigente, ingegner Carugno, che illustrò anche ai Capigruppo consiliari tutto l’iter del project financing, producendo anche la famosa due diligence, abbia mai fatto riferimento al piano regolatore cimiteriale che era e rimane lo strumento urbanistico a cui fare riferimento per il progetto – incalza – che ormai è quasi completamente realizzato, in difformità a quanto previsto dal piano stesso. A questo punto integrerò l’esposto presentato lo scorso anno con i nuovi dubbi e criticità emersi da questa “scoperta”, aggiungendo una domanda: cosa ha scritto l’allora dirigente del settore ingegner Pepe nel parere obbligatorio di conformità urbanistica da produrre (anche) in conferenza dei servizi? Questo – conclude duro Grasso – sarà l’oggetto di una ulteriore richiesta di accesso agli atti, in attesa che siano altri organi a chiedere e valutare la documentazione di uno dei procedimenti più viziati e pasticciati che si siano mai visti”.