“Sappiamo come stanno le cose, sei una brava persona, non rovinare tutto e trasformare il bene che ti abbiamo voluto in odio”
CIVITAVECCHIA – Quello che leggerete di qui a poco è lo sfogo di un dipendete, o meglio autista, della fu Royal Bus, la grande azienda di Civitavecchia specializzata in bus da turismo e navettamento all’interno del porto. Uno sfogo doloroso, un appello all’uomo, Massimiliano Passalacqua, che con le sue mani ha prima fatto grande la Royal Bus e poi l’ha praticamente distrutta.
Da dove cominciamo è semplice, dal rispetto di questo padre di famiglia che vuole mantenere l’anonimato e che rispetteremo. Un appello rivolto a Massimiliano Passalacqua affinché, per l’ultima volta, si comporti da buon padre di famiglia.
“Sono tanti anni che lavoro per Massimiliano (Passalacqua, ndr) – ci dice il nostro interlocutore. E’ una brava persona, generosa, che tanto ha dato e non solo a noi dipendenti in questa città.
Chi lo conosce è consapevole del fatto che noi, suoi autisti, siamo stati al suo fianco fino all’ultimo. Abbiamo sperato che la situazione si potesse in qualche modo risolvere anche se, purtroppo, da mesi la strada sembrava ormai segnata verso un fallimento inevitabile.
Sono mesi che non prendiamo lo stipendio e abbiamo anche noi una famiglia da mantenere, una casa da riscaldare, figli da vestire, nutrire e mandare a scuola. Abbiamo una vita e quella vita la sosteniamo con il nostro lavoro, quello che oggi non abbiamo più.
Sappiamo che Massimiliano ha sbagliato tante cose, anche a fidarsi di persone che hanno tenuto e continuano a tenere il piede in due staffe. Persone che potrebbero rinunciare al proprio doppio stipendio, come l’avvocato Bruno Forestieri e metterlo a disposizione di chi, come noi, non ha più nulla (lui di soldi ne ha fatti davvero tanti e tanti ne ha, fidatevi).
Speravamo che l’uscita sulle vendite dei pullman fosse stata fatta davvero per pagarci i stipendi arretrati ma è bene che sappia, l’amico Massimiliano (Passalacqua, ndr) che noi la verità la conosciamo bene e non è come la va raccontando da giorni.
Aveva avuto il via libera da Caperna, l’altro operatore che attualmente ci ha sostituito nei lavori interni al porto, all’acquisto di otto autobus per un importo di 400mila euro. Ci ha detto e abbiamo letto che la trattativa sarebbe saltata perché un sindacalista avrebbe chiamato Caperna e questi avrebbe rinunciato per non avere problemi. Non è vero!
Caperna, d’accordo con l’Autorità Portuale garante, aveva stabilito che avrebbe accettato di pagare quei 400mila euro solo se fossero stati garantiti i pagamenti degli stipendi arretrati dei lavoratori. In poche parole lui avrebbe pagato i nostri benedetti e sudati stipendi.
Invece no! Massimiliano Passalacqua ha chiesto, preteso, di averli lui. Solo dopo, sempre lui, avrebbe pensato a sistemare i rapporti con noi dipendenti.
Da qui il diniego di Caperna a proseguire nell’acquisto.
Sappiamo per certo che anche il presidente dell’Autorità Portuale ha chiamato Caperna per sincerarsi e conoscere la verità ed ha avuto conferme di quanto sto affermando a voi in questo momento. Lo sappiamo per certo. Passalacqua se vuole vendere non riceverà soldi se non quelli che rimarranno dopo aver onorato le spettanze di tutti i lavoratori.
E’ ancora in tempo a fare questa cosa e Caperna, ci è stato detto, è pronto ad acquistare i mezzi.
Faccio un appello a Passalacqua – conclude il suo dipendente – si comporti da buon padre di famiglia e consenta a Caperna di pagarci direttamente gli stipendi.
Siamo ridotti alla fame e questo non è giusto, non lo meritiamo”.