Litigi, dispetti, invidie e soprattutto l’arroganza di alcuni candidati (soprattutto tra i nominati d’ufficio) stanno minando un collegio che sembrava, fino a due settimane fa, blindato
CIVITAVECCHIA – Basso spessore di alcuni candidati nel centrodestra. Rivalità e invidie stanno riportando alla luce quelle fratture, mai sanate, all’interno della coalizione di centrodestra. In alcuni casi è Forza Italia a danneggiare un lavoro iniziato mesi fa e che sembrava procedere a gonfie vele.
Il centrosinistra sembra davvero allo sbando. Il PD viene dato al di sotto del 20% dei consensi e gli alleati non sembrano essere così forti. Da questo quadro ne escono alla grande i “ragazzi terribili” del Movimento 5 Stelle che, con la loro intransigenza, stanno recuperando terreno e, almeno sul versante Senato, sembrano essere passati nettamente in vantaggio su tutti gli altri.
Già. Alessandro Mazzoli, candidato all’uninominale per il Senato dal PD è un bravo ragazzo ma troppo anonimo per emergere in questa competizione. Quello di Forza Italia, Battistoni, ha scelto di fare da battistrada anche al candidato della Regione Dario Bacocco, ma questa politica non solo non paga ma, dati alla mano, lo sta portando a fondo in tutte e tre le città maggiori coinvolte.
Aumenta il vantaggio di quello che, una volta eletto, dovrebbe diventare la seconda carica dello Stato. Già perché Luigino Di Maio è convinto di vincere e per guidare il Senato occorre un presidente autorevole, con un curriculum di tutto rispetto.
Inutile dire, senza togliere niente a tutti gli altri, che il candidato all’uninominale sul collegio di Rieti-Viterbo-Civitavecchia sta aumentando nei consensi e, zitto zitto, sembra essere pronto a sferrare il colpo ferale ai suoi diretti antagonisti.
Su Civitavecchia la differenza con gli altri pretendenti è abissale, si parla di una forbice che fa paura. Si va da 5 a 10 punti di percentuale. Su Rieti anche i rivoltosi cominciano ad essere tanti contro Forza Italia che ha snobbato il territorio e non offerto rappresentanti nei due rami del Parlamento.
Su Viterbo il gioco sembrava fin troppo facile ed invece non è così. Troppo litigiosità. Candidati invitati da una parte ed epurati dall’altra. Insomma la solita storia. Neanche avere la vittoria in mano ha portato certi personaggi a sotterrare l’ascia di guerra e fare quadrato non per pareggiare ma per stravincere.
Quadro completamente diverso in ambito Camera. Qui la lotta è più serrata. Un testa a testa avvincente tra il candidato di Fratelli d’Italia Mauro Rotelli e il Mammut scongelato dalla Democrazia Cristiana ed ex ministro Giuseppe Fioroni. Una contesa che si sta giocando su più fronti. Fioroni non scherza. Anche se ha il paracadute vuole vincere e sta chiamando alle “armi” tutti gli elettori possibili, anche quelli delusi in passato per qualche piccolo sgarbo.
Mauro Rotelli è giovane, piace e passa facilmente ma è ben consapevole che la litigiosità di Forza Italia sta mettendo a rischio un lavoro fin qui eccellente.
Anche Alessandro Battilocchio non dovrebbe avere problemi e, fortuna sua, la litigiosità dei viterbesi si ferma a Tarquinia dove, venerdì scorso, si è consumato quell’incontro tra il sindaco della città Mencarini, il suo vice (che è anche vice di Bacocco) ed alcuni candidati di Forza Italia. Bene, se quelli sono i numeri che è riuscito a fare un sindaco azzurro in piena campagna elettorale non poteva non scattare l’allarme in chi ancora crede nel progetto VITTORIA.
Dato per scontato la sconfitta del centrodestra alla Regione le possibilità che neanche un solo consigliere regionale della coalizione possa entrare è ben scritto da una legge brutta quanto castrante. Forza Italia ha a disposizione ancora 5 giorni di campagna elettorale per cambiare questo trend ed allontanare gli spettri di una sconfitta che, fino a pochi giorni fa, sembrava essere utopia.
Se in Regione non entrerà nessuno del centrodestra saranno guai seri, soprattutto per coloro che, con arroganza e tracotanza, hanno consentito che ciò avvenisse senza muovere un dito (e soprattutto un voto).
La marcia in più che hanno “quelli” del Movimento 5 Stelle si può sintetizzare nelle parole dette da Alessandro Di Battista oggi pomeriggio ad Orte dove ha fatto il pienone nonostante il freddo. Loro sono amici, loro sono gruppo, loro sono squadra.