Gli ambientalisti stanno preparando delle diffide ai sindaci della Tuscia coinvolti in questa operazione che prevede decine di autorizzazioni per fini industriali
Gli Ambientalisti della Tuscia si sono organizzati in Coordinamenti territoriali al fine di raccogliere le Firme per decine di Diffide atte alla richiesta di Consigli Comunali speciali aperti al pubblico sulla geotermia ad uso industriale nella Tuscia .Una forzatura imposta dal Governo Nazionale e riportata sul Piano Energetico Regionale del Lazio sulla quale i Comuni della Tuscia non stanno opponendo alcuna resistenza a protezione delle proprie comunità e dei propri territori.
Gli Ambientalisti tramite la Diffida chiedono ai Sindaci, oltre al Consiglio Comunale Straordinario aperto di inserire il NO o eventuali altre decisioni pubbliche all’interno del Regolamento Comunale e ricordano che il Sindaco rimane responsabile sanitario e ambientale della propria comunità e che nel caso di:
Sismi indotti dalla geotermia (vedi studio GEISER Europeo sulla familiarità tra geotermia e sismi indotti), il rischio di terremoti fino a Magnetudo 5.0, lo studio è diventato una realtà scientifica adottata dalla Comunità Europea in cui e non a caso la geotermia è sfruttata per solo l’1% delle proprie potenzialità, poiché ritenuta una rinnovabile pericolosa
Rischio sanitario per emanazioni gassose che causa di tumori e patologie croniche dell’apparato respiratorio e non solo a causa degli inquinanti emessi nell’atmosfera dai fumi geotermici ( biossido di carbonio, solfuro di idrogeno,ammoniaca, metano,arsenico, mercurio, radon, etc..)
Rischio d’impatto sulla vegetazione da emanazioni gassose che provoca la geotermia tramite l’emissione in atmosfera di sostanze fitotossiche per le piante, tra cui inquinanti come il boro e l’acido solfridico e lo zolfo che si deposita sulle piante inibendone la fioritura e questo significherebbe la fine delle colture agricole provinciali.
Rischio di esplosione durante l’esecuzione dei pozzi esplorativi e possibili danni al sottosuolo come avvenne nel 1973 nell’impianto geotermico di Torre Alfina, quando la trivella arrivata a 663 metri subì un episodio di blow-out (esplosione improvvisa ed incontrollata) causato dalla fuoriuscita di gas e vapore, durante le fasi di perforazione di un pozzo geotermico esplorativo. In quell’occasione la trivella intercettò una sacca di gas metano, ricca di anidride carbonica che provocò una forte esplosione con la fuoriuscita di 300 tonnellate di fluido/ora , prevalentemente gassoso, associato ad un rumore che raggiunse i 140 decibel, tutto fu sigillato col cemento, nel frattempo il gas risalito in superficie tramite le fessurazioni del terreno ad una pressione di 33 ATA provocò incendi diffusi sul piano di campagna con distruzione delle coltivazioni e incendio di casali, stalle ed abitazioni rurali
I Comitati e i Coordinamenti prendono come esempio la Città di Orvieto il cui Comune si è riunito ed ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Sindaco in cui tutto il Consiglio Comunale ribadiva la propria netta contrarietà alla realizzazione di impianti geotermoelettrici industriali di qualsiasi tipo, comprese le attività di ricerca, che sono ovviamente finalizzate alla presentazione di progetti di impianti futuri .
La sentenza del Consiglio di Stato n. 04352/2017 pubblicata il 18.09.2017 (in cui si reiterano precedenti orientamenti) si osserva che “il potere di pianificazione urbanistica del territorio… il cui esercizio è normalmente attribuito, pur nel contesto di ulteriori livelli ed ambiti di pianificazione, al Comune – non è limitato alla individuazione delle destinazioni delle zone del territorio comunale, ed in particolare alla possibilità e limiti edificatori delle stesse. In definitiva, l’urbanistica, ed il correlativo esercizio del potere di pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, così offrendone una visione affatto minimale, ma devono essere ricostruiti come intervento degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo ed armonico del medesimo. Il potere di pianificazione urbanistica, dunque, non è funzionale solo all’interesse pubblico all’ordinato sviluppo edilizio del territorio in considerazione delle diverse tipologie di edificazione distinte per finalità (civile abitazione, uffici pubblici, opifici industriali e artigianali, etc.), ma è anche rivolto alla realizzazione contemperata di una pluralità di interessi pubblici (e segnatamente di quelli ambientali fino al punto di prevedere il c.d. consumo zero di suolo), che trovano il proprio fondamento in valori costituzionalmente garantiti”.
Forti di sentenze Nazionali e responsabilità che i Sindaci hanno verso i propri cittadini e sul proprio territorio, i Coordinamenti ed i Comitati Ambientalisti promettono “ battaglie legali “ tramite Diffide ad adempiere a cui seguiranno sicuramente “denunce di tipo penale” con costituzione immediata da parte di Comitati e Coordinamenti, di parte civile
Seguiremo questa vicenda da vicino, una vicenda che merita tutta la nostra attenzione per i suoi imprevedibili sviluppi