CIVITAVECCHIA – La compagnia Tirrenia navigherebbe con una nave senza rispettare il contratto collettivo nazionale dei marittimi italiani. Il caso sarebbe clamoroso visto che Tirrenia fa parte di un gruppo che insiste proprio sull”italianità’ delle sue navi e la lotta al dumping sociale. Il caso nasce circa un mese fa e si è ripetuto, con la stessa nave, pochi giorni fa.
Ispezionata a Genova a fine marzo, poi a Civitavecchia circa un mese dopo, il traghetto Pauline Russ (foto), preso a noleggio da Tirrenia e operativo in Italia, non rispetterebbe il CCNL. L’equipaggio è formato da personale polacco, è retribuito con un contratto accettato dal sindacato internazionale, l’International Transport’s workers Federation (ITF), ma non è in linea con quello italiano che rispetta condizioni contrattuali superiori. Così nei giorni scorsi, rendono noto Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, la Capitaneria di porto di Civitavecchia si è rivolta all’ITF per verificare la «validità e applicabilità del contratto IBF alla M/V Pauline Russ sui viaggi di cabotaggio nazionale con le isole».
Pauline Russ batte bandiera di Madeira, l’equipaggio è comunitario, essendo polacco, ha un contratto IBF redatto dal sindacato tedesco e approvato da ITF ma, non essendo previsti bonus e integrazioni, è «decisamente inferiore al CCNL italiano», come ha riferito a Ship2Shore a fine marzo l’ispettore del sindacato internazionale, Francesco Di Fiore, durante la prima ispezione a Genova. Ora è ricapitato a Civitavecchia.
«Non è assolutamente accettabile – si legge in una nota sindacale – se applicato su una nave impiegata con le isole italiane, in quanto creerebbe una situazione di pesante dumping tra il personale comunitario se non integrato con le condizioni di miglior favore previste dal CCNL italiano. In base ai 10 punti contenuti nella circolare del ministero della Navigazione e dei Trasporti del 25 novembre 1999, i trattamenti economici/contributivi complessivi applicabili al personale impiegato su tale tipo di traffico non possono essere inferiori a quelli previsti dal CCNL italiano».
Pertanto i sindacati chiedono alle Capitanerie, al ministero dei Trasporti, a Confitarma e ad AssArmatori di «verificare se i contratti in vigore sui traghetti in bandiera comunitaria che effettuano collegamenti con le isole rispandono a quanto previsto dal Regolamento comunitario 3577/92 e dalle normative nazionali».
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