Una giovane e l’altra poco meno alla conquista di Palazzo dei Priori ma da Schenardi ad essere protagonista, la mancanza vistosa dell’elettorato viterbese
VITERBO – Da quando la politica è scesa in strada non ce n’è più per nessuno, è tempo di adeguarsi e così hanno fatto le due candidate per la poltrona di sindaco della città di Viterbo: Chiara Frontini consigliera uscente del gruppo civico Viterbo 2020 e Luisa Ciambella attuale vicesindaco quota Pd, che ieri al Caffè Schenardi si sono confrontate sui i temi più importanti per Viterbo.
Per entrambe è ora di cambiare:“Mi candido – spiega Luisa Ciambella – per migliorare la città, non inserendo i soliti noti ma persone preparate che hanno a cuore il bene comune”.
Frontini aizza subito la rivale “Hai avuto cinque anni di tempo per cambiare”.
Ma Ciambella si assume le proprie colpe: “E anche quelle degli altri, come purtroppo sono abituata a fare”.
Ognuna espone le sue priorità.
Emergenza abitativa, turismo, e sicurezza per la vicesindaca. Pulizia della città, turismo (incentrato sul termalismo) riconsiderazione di periferie e frazioni per Frontini.
Ciambella parla del lavoro fatto fino ad oggi: “L’appalto per la nettezza urbana è stato concepito dall’amministrazione Marini e subìto da quella Michelini. Non potevamo retrocedere . Abbiamo fatto la sola cosa possibile, tamponare la situazione con l’aiuto delle istituzioni”.
Nel 2013 eravamo un Comune fallito. Da lì siamo partiti. Un’amministrazione migliore o peggiore la si giudica rispetto ai dati” Chiara Frontini non concorda. “Migliore o peggiore – sostiene Frontini – lo stabiliscono i risultati. E i vostri sono pessimi”.
Il dibattito prosegue con racconti di vita personale.
Due donne diverse, Chiara, giovane più di quello che è, vispa ed entusiasta ha appassionato i presenti (pochi i cittadini elettori, tanti i candidati) con il “grillismo” e il populismo a tratti eccessivo, che la contraddistingue, una giovane in corsa che sembra trattenere il fiato.
Al contrario di Luisa, pacata osservatrice, che è sembrata non scomporsi più di tanto, sicura di sé, guardava la rivale come una madre guarderebbe la figlia, certa del suo bacino di voti che le permette di vivere in modo più sereno la competizione elettorale.
Peccato per l’esiguo numero di viterbesi (circa trenta se escludiamo il parterre di candidati che hanno fatto incetta di posti) incontri come questo, dovrebbero essere riservati ai cittadini e non a chi conosce già a memoria programmi, proposte e risposte delle future sindache.
Benedetta Ferrari