Intanto sale la tensione all’Università Agraria dove la minoranza interna alla maggioranza ha presentato una mozione di sfiducia proprio verso il loro ex assessore. Intanto la Guardia di Finanza “verifica” i conti della fiera mercato della macchine agricole
TARQUINIA – Cresce la tensione all’interno della maggioranza guidata dal sindaco Pietro Mencarini. Lotte di potere “fraticide” che hanno caratterizzato l’amministrazione in questo primo anno di attività. Già, un anno trascorso tra polemiche, chiacchiere e pochi, pochissimi fatti.
Adesso a tenere banco, dopo le dimissioni da vice sindaco di Manuel Catini, il saluto romano, la bestemmia in processione, la fucilata con tanto di teatrino all’aperto che rievocava in maniera gogliardica la processione del Cristo Risorto, sono gli affari. Pardon la politica.
Questa mattina, i consiglieri della componente di Idea Sviluppo eletti all’Università Agraria hanno presentato una mozione di sfiducia verso l’assessore Marco Guarisco. Quest’ultimo, eletto con la lista che fa riferimento a Pietro Serafini non ha rispettato il patto d’onore o meglio, il gentlemen’s agreement (che in inglese vuol dire: patto tra gentiluomini) che prevedeva, per i nominati assessori, la dimissione dalla carica di consigliere per dare spazio a tutti gli altri (pochi per la verità) rimasti fuori.
Marco Guarisco, dopo aver fatto coriandoli di quel patto e avuta la “benedizione” del presidente Borzacchi, che nel frattempo ha assegnato un lotto per la PAC anche al fratello, non solo non si è dimesso ma è andato a rafforzare le fila dell’altra componente antagonista a quella di Idea Sviluppo e cioè quella di Rinnova.
Adesso la cosa si è fatta ancora più ingarbugliata. C’è da assumere in Comune Marco Guarisco in veste di geometra e di affidargli un incarico all’interno dell’ufficio tecnico. Per carità. Tutto regolare. Vincitore in passato di concorso o selezione. Però questo ha aperto uno scenario tutto nuovo.
Il sindaco Pietro Mencarini sta meditando un mini rimpasto e un turn over di deleghe. Catini dovrebbe cedere la delega ai servizi sociali che andrebbe a Pietro Serafini e quest’ultimo si vedrebbe revocare quella dei lavori pubblici (oggi nelle mani del suo assessore Sposetti) che finirebbe nel carniere del primo.
Non sappiamo se tutto questo avverrà senza discussioni e con buona pace di tutti i contendenti. Ad ascoltare le voci e le telefonate che ci giungono in redazione tutt’altro.
Sono sempre più forti i venti di guerra che vedono anche altri protagonisti, nel sottobosco, pronti ad entrare in scena.
La natura, su queste cose non ha pietà e lo insegna. Basta guardare come vivono gli animali nella Savana e riproporre il loro modello a quello umano.
Gli animali anziani e malati vengono sfruttati e sacrificati. Cioè i più giovani fanno in modo di farli finire nelle fauci dei leoni affamati per avere loro salva la vita.
Aspettiamo dunque il consiglio dell’Università Agraria, che andrà in scena tra poche ore, per capire cosa potrà accadere nelle prossime settimane.
C’è tanto da spartire, scusate, da fare. C’è la lottizzazione a San Giorgio di proprietà dell’Agraria che può diventare il fulcro di nuove operazioni nel prossimo futuro. C’è da accendere un mutuo per pagare i debiti. C’è un campeggio che invece tanti debiti dovrebbe pagarli proprio all’ente e non si sa come riscuoterli.
Insomma un caos infinito ma che non distrae i giovani cacciatori di poltrone dai loro obiettivi.
Intanto è ormai di dominio pubblico il blitz della Guardia di Finanza negli uffici della Pro Tarquinia del presidente Paolo Giorgi. Secondo alcuni ben pensanti, gli uomini delle fiamme gialle sarebbero stati inviati (su segnalazione) per porre fine ad una decennale gestione del Giorgi e quindi ad un ricambio generazionale. Altri invece sostengono che ci sia per qualcuno la volontà di cambiare la fiera stessa ridotta ad un mercato come quello rionale dove l’agricoltura riveste un ruolo marginale.
Non sappiamo come stanno le cose ma, anche qui, tanti mormorano e le carte cominciano a cantare.