Tavola rotonda su emergenze, piani di zona e associazionismo. Nicola Savino ha moderato l’incontro svoltosi in Provincia
VITERBO – Invitati dall’associazione Oltre Noi, i candidati in corsa per la poltrona di sindaco della città hanno prontamente recepito l’invito e presentato le loro proposte di Stato sociale dove se n’è discusso ieri pomeriggio nella sala conferenze della Provincia di Viterbo. Il giornalista Nicola Savino ha moderato gli interventi.
Emarginazione, povertà, emergenza abitativa, anziani, disabili e assistenza alcune delle priorità da dover affrontare dopo la presentazione da parte della Regione Lazio delle linee guida dei Piani sociali di Zona, strumenti di programmazione che definiscono le priorità di intervento e gli obiettivi strategici dei servizi socio-sanitari in ambito territoriale. Di questo si è discusso ieri in Provincia con gli aspiranti sindaco.
Da qui la prima domanda: “Quali emergenze ritiene abbiano bisogno di maggiore attenzione?”
La prima a rispondere è Paola Celletti, di Lavoro e Beni Comuni:
“Il Comune deve esercitare un ruolo di progettazione in accordo con le istituzioni e le associazioni, perché l’associazionismo è fondamentale e la legge lo ha recepito. Non c’è qualcosa di prioritario non è una competizione ognuno merita la giusta attenzione, che siano disabili, anziani o indigenti. Non può diventare una guerra tra poveri a causa di una coperta troppo corta”.
Per Erbetti del M5S:
“Nessuno deve rimanere indietro questa è una priorità del Movimento, noi abbiamo proposto un reddito civico messo a disposizione dal comune per le classi disagiate. Troveremo i fondi anche tagliando il gettone di presenza dei consiglieri come primo passo. Inoltre istituiremo il Garante dei disabili e una Consulta per promuovere il superamento dell’handicap e che favorisca l’ integrazione”.
Casapound da sempre attenta ai problemi sociali ha già al suo interno un’associazione per la disabilità, ma il candidato Taglia ci tiene a sottolineare che le prime priorità da affrontare riguardano la sanità:
“L’Atto aziendale deve prevedere delle misure specifiche per loro e di questo è responsabile il sindaco, inoltre a Belcolle, dove io lavoro, non riusciamo a fare degli esami strumentali ai portatori di handicap perché non sono adeguati alle loro specifiche esigenze”.
Serra con la sue liste civiche Viterbo dei cittadini e Impegno Comune
“E’ un tema talmente ampio che trovare delle priorità è impossibile, il ruolo chiave lo gioca però il sindaco è lui che deve vigilare sui servizi sanitari e sull’Atto aziendale, e far sentire la sua voce quando occorre”.
Filippo Rossi di Viva Viterbo
“Le associazioni sono diventate il centro del sistema, la politica ha bisogno di loro – Per aumentare le risorse deve crescere l’economia di tutta la città , solo così potranno aumentare i diritti”.
E sempre di associazioni parla Arena (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Fondazione):
“Le associazioni fanno un grande lavoro verso la pubblica amministrazione e le asl, sono loro che danno identità e dignità alle persone disabili. Al di là delle leggi il comune può fare ancora molto. Mi auguro che i piani di zona vengano co-progettati insieme con Asl e Terzo settore”.
Disabilità, anziani, povertà e dipendenze le priorità di Chiara Frontini Viterbo 2020 – Viterbo Cambia:
“Con noi cambia il metodo, chi guiderà i servizi sociali sarà una persone che vive e conosce il sociale, anche tecnicamente. Bisogna lasciar fare a chi sa fare, questo faremo. Inoltre chiederemo alla guida della Consulta del volontariato un rappresentante delle associazioni stesse e non più un consigliere comunale”.
Ciambella PD e Viterbo Giovani
“Il nostro programma elettorale ha messo al centro la persona fragile, infatti abbiamo due candidati diversamente abili. Vogliamo riportare la loro voce all’interno delle istituzioni. Troppo spesso le associazioni sono lasciate sole. Non è importante solo l’Atto aziendale ma anche i Piani sociali di zona dove andrebbero inserite delle diverse attività, come l’agricoltura sociale” .
Si è parlato poi di co-progettazione e condivisione presenti nelle linee guida dei Piani sociali di zona dettate dalla Regione Lazio “Per garantire una programmazione efficace i soggetti vanno scelti tramite procedura aperta verso il Terzo settore” afferma Celletti. Mentre per Erbetti sono “il primo passo verso una democrazia partecipata”, per Taglia “l’amministrazione deve vigilare sul buon fine dei fondi messi in bilancio per le disabilità”.
Serra incalza: “è il Comune che decide le priorità e l’importanza delle politiche sociali e offre un ruolo decisivo all’assessore demandato, solo ragionando così il piano di zona assume un aspetto decisivo” .
“Il problema non sono gli obiettivi ma gli strumenti, creare alleanze tra politica e associazionismo per fare meglio” sostiene Rossi, mentre per Arena “bisogna avere anche la capacità di attingere ai fondi europei”.
Per Frontini, professionalità, competenza e partecipazione sono le basi della co-progettazione: “il Piano di zona non può essere il copia-incolla dell’anno precedente ma deve partire dai fabbisogni che cambiano di volta in volta”.
Ciambella invoca invece risposte più celeri “sono le lungaggini burocratiche e i bandi usciti con estremo ritardo a creare quelle impasse che bloccano tutto il sistema”.
Si è passati poi al tema che più sta a cuore a chi ha un disabile in famiglia e cioè chi si prenderà cura di lui quando resterà solo. Approvata la legge “Dopo di noi” ora spetta al Comune intervenire per attuarla. “Finalmente una legge di civiltà” definita unanimamente dai candidati. Ma se per Taglia e Casapound bisogna tornare a pensare “prima agli italiani” visto che una famiglia di immigrati costa allo stato 6000 euro al mese, non la pensa così Rossi che lancia un duro attacco “l’integrazione e il sostegno comprendono anche gli immigrati, se la destra italiana è arrivata a tanto sono contento di non farne più parte”.
Sostegno alle famiglie, spazi di accoglienza e assistenza personalizzata mettono d’accordo tutti gli altri candidati, mentre fuori un uomo sulla sedia a rotelle strilla contro gli intervenuti che non hanno previsto nemmeno una rampa di accesso per le carrozzine.
Benedetta Ferrari