CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: La Cariciv deve correre ai ripari, cambiare i vertici e cambiare drasticamente rotta dimostrando di poter uscirne con le sue gambe. Altrimenti verrà assorbita. L’Acri si prepara infatti ad intervenire”.
E’ quanto è emerso nel “XXIV Congresso Nazionale delle Fondazioni di origine bancaria- Identità e cambiamento” a cui ha partecipato anche il presidente Mattarella.
In Acri è iniziata la stagione delle fusioni, avviata dal Gianni Genta, presidente di Fondazione Cuneo, uno degli esponenti di spicco della nuova generazione, prima con Bra, poi forse con Saluzzo e Savigliano.
Oppure finiremo in braccio a Viterbo o a Roma. E’ il “soccorso” di cui ha parlato il presidente dell’ Acri Guzzetti che nel nostro caso vorrebbe dire che i contributi verrebbero da Viterbo o da Roma, visto che Cariciv è ormai a secco. Guzzetti: “ Si vuole sperimentare il soccorso delle grandi Fondazioni su quelle in difficoltà mediante contributi alle associazioni dei territori di queste ultime concesse anche a nome degli enti pericolanti».
E la Cariciv è davvero pericolante: capitale “bruciato” (15 milioni i 4 anni), quello disperso nella truffa (19 milioni) i crediti ormai inesigibili (900 mila euro) , le spese per stipendi e consulenze( 1 milione e 200 mila l’anno) che sono il doppio delle entrate (quasi 700 mila euro).
Anche le parole del presidente Mattarella di elogio verso le fondazioni suonano di dura condanna nel caso della Cariciv.
Mattarella ha infatti elogiato le Fondazioni parlando del loro “contributo alla stabilità finanziaria , elemento prezioso per i risparmiatori italiani e, di conseguenza, per l’intero nostro Paese, anche nella vostra qualità di investitori di lungo termine, che fa delle Fondazioni una delle ancore su cui l’Italia può contare per il suo futuro”. Se si pensa ai 50 milioni ricevuti nel 2014 dal San Paolo dissipati tra Mecenate TV, gettoni, consulenze e truffa Svizzere si capisce come la Cariciv abbia deluso clamorosamente le aspettative istituzionali.
Fabio Angeloni (PD)