Soldi in contanti, fatture per operazioni inesistenti, assunzioni di amici e parenti e consulenze, tante consulenze per fare affari. Tentò di offrire una casa all’assessore all’urbanistica di Milano, Maran ma lui rifiutò. “Qui non usa”
ROMA – La chiave per fare affari era quella di “foraggiare” la politica. Per questo, Luca Parnasi, titolare di Eurnova, il principale contraente del progetto dello stadio della Roma, era rassegnato: “Spenderò qualche soldo sulle elezioni…che poi con Gianluca vedremo come vanno girati ufficialmente con i partiti politici eccetera… anche questo è importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare…”.Così diceva, intercettato dai carabinieri, a uno dei suoi collaboratori il costruttore da oggi in carcere, aggiungendo poi che si trattava di “un investimento molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto però la sostanza che la mia forza è quella che alzo il telefono…”. E, infatti, quasi trecento pagine dell’ordinanza raccontano di soldi in contanti, fatture per operazioni inesistenti, assunzioni di amici e parenti e consulenze, tante consulenze. Un modo di fare che gli inquirenti hanno definito “asset d’impresa”, insomma, appunto, una specie di garanzia sul futuro. La conferma di quanto fosse sistemico il metodo corruttivo secondo i pm capitolini, arriva dal tentativo di “esportarlo”. In un’occasione, ad esempio, gli uomini dell’imprenditore Luca Parnasi hanno provato a offrire una casa all’assessore comunale all’Urbanistica di Milano Pierfrancesco Maran, ma il diretto interessato ha respinto l’offerta dicendo “Qui non si usa”.
Ecco così che dalle carte spuntano, le contropartite. Promesse di consulenze per 100 mila euro a Luca Lanzalone, presidente Acea, vicinissimo alla sindaca Virginia Raggi e consulente della giunta capitolina per tutto l’affare dello stadio. Parnasi gli aveva anche garantito il suo aiuto nella ricerca di una casa e di uno studio a Roma. All’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita, in cambio dell’asservimento della sua funzione, il gruppo Parnasi aveva promesso l’assunzione del figlio in una delle società. Per l’attuale vicepresidente della Consiglio Regionale, Adriano Palozzi, Parnasi avrebbe erogato fatture per operazioni inesistenti pari a 25 mila euro. Infine l’attuale capogruppo M5S, Paolo Ferrara, avrebbe ottenuto da Parnasi un progetto per il restyling del lungomare di Ostia.