Il PD straperde Terni: critiche alla Governatrice e al Vice Paparelli. Pardini: “troppe cose gestite male” 

Il cardiochirurgo ed ex senatore interviene dopo la sonora sconfitta alle elezioni comunali di Terni: “la città ha vissuto negli ultimi anni una vera e propria spoliazione di ruolo e di influenza. La Regione – prosegue Pardini – al di là di roboanti annunci di fondi perennemente in arrivo, di provvedimenti sempre  pronti per essere emessi, si ricorda di Terni solo quando c’è da venire a prendere i voti, mentre in città le aziende chiudono, il lavoro non c’è e il degrado urbano è ovunque”

Alessandro Pardini per “Il Messaggero Umbria”

 

Proprio strano questo nostro Paese, ma ancor di più questa  nostra Regione.

La seconda città capoluogo vede praticamente  scomparire il partito che da decenni la governava, aggiungendosi così alla lunga lista di sconfitte a Perugia Todi Spoleto, e la Presidente della Regione si compiace del risultato di Corciano.

Ma non solo, la stessa Presidente, che, non dimentichiamo, aveva ritenuto un segnale di tenuta del PD il risultato delle ultime elezioni politiche del 4 marzo, bacchetta pesantemente la classe dirigente ternana, incapace , dice, di fare uno scatto in avanti per costruire un progetto di governo della città.

Ma di che classe dirigente stiamo parlando?

Della stessa che , sostenuta dal vice presidente della Regione, ha gestito in maniera arrogante tutta la partita del dissesto, negando persino l’evidenza e che commentava con fare sprezzante le sentenze delle varie Corte dei Conti?

Stiamo parlando della stessa classe dirigente che, insieme alla segreteria regionale del PD e alla Presidente, ha militarmente controllato ed eletto l’attuale segreteria cittadina, per poi insieme partorire il capolavoro delle candidature alle politiche?

Ed ancora di chi, chiusa ogni possibile interlocuzione con la minoranza del partito che chiedeva di aprire porte e finestre, si barricava in  via Mazzini per partorire demenziali comunicati sui nemici interni e contemporaneamente bruciava, una dopo l’altra, candidature a sindaco come fossero pupazzetti di carta pesta?

Terni ha vissuto negli ultimi anni una vera e propria spoliazione di ruolo e di influenza, sono state ridimensionate le rappresentanze istituzionali, neppure sulla sede dell’ASL si è stati capaci di dire una parola chiara, l’Ospedale vive e lavora in condizioni di precarietà strutturale, che solo l’abnegazione di dipendenti ed amministratori provano a mitigare, da un serio piano di miglioramento dei trasporti Terni è perennemente tagliata fuori.

Tutto ciò sotto la regia attenta e precisa di una Regione che, al di là di roboanti annunci di fondi perennemente in arrivo, di provvedimenti sempre  pronti per essere emessi, in realtà di Terni si ricorda solo quando c’è da venire a prendere i voti, mentre in città le aziende chiudono, il lavoro non c’è e il degrado urbano è ovunque.

Le responsabilità quindi di un risultato elettorale così eclatante sono evidentemente ben distribuite, tra coloro che a livello locale e a livello regionale, hanno gestito avallato condiviso ogni decisione, ogni scelta, e bisogna che ora se le assumano fino in fondo, tutti.

E non si sente proprio il bisogno di una qualche Alice che, uscita dal paese delle meraviglie e scoperto il disastro, ci indichi ancora una volta, con la solita arroganza e sfrontatezza, la nuova rotta da seguire, magari strizzando l’occhio all’avversario di ieri, nella segreta speranza di essere ricambiati altrove, per provare a mitigare una evidente e cocente sconfitta.

Sta invece a chi ha veramente a cuore le sorti del PD,  ma più in generale il futuro di una proposta politica alternativa a quella populista, provare a mettere mano alla ricostruzione, che sarà durissima, ma che dobbiamo ai tanti delusi che a votare neppure vanno più.