L’inchiesta ha esaurito la prima fase. Nella seconda, da quanto trapela, ci sarebbero nomi ben più altisonanti e non è escluso il coinvolgimento di un personaggio chiave che potrebbe far resettare il voto regionale
ROMA – Sono oltre 100 le pagine sbarrate con la scritta “omissis” nelle carte depositate dalla procura di Roma nell’inchiesta sullo stadio della Roma. Dietro quegli omissis nomi importanti di altri politici coinvolti nelle indagini. Nomi altisonanti che, giova ricordare, erano in auge soprattutto a cavallo di gennaio e giugno del 2017.
Molto ancora deve succedere nell’inchiesta sullo Stadio della Roma a Tor di Valle. Lo si evince dall’ordinanza del GIP e dall’informativa dei carabinieri sull’operazione Rinascimento: più di trecento pagine ma con molti omissis che servono a “coprire” atti su cui i magistrati stanno ancora indagando per accertare ulteriori responsabilità in capo a politici, amministratori pubblici, aziende private.
Gli omissis dell’inchiesta sullo Stadio della Roma
Questi omissis potrebbero cadere perché gli avvocati di Luca Parnasi, Giorgio Tamburrini ed Emilio Ricci, hanno deciso di chiedere la scarcerazione del costruttore al Tribunale dei Riesame: lì adesso la procura dovrà depositare le carte dell’inchiesta, e forse scoprire anche gli omissis che significativamente parlavano di soldi distribuiti ai politici e ai dirigenti per accelerare le procedure. Ma anche qualche altra interessante informazione oggi messa in luce sul Giornale: a chi si stava riferendo per esempio Parnasi quando parlando con i suoi sodali della necessità di «spendere qualche soldo sulle elezioni» («È un investimento che io devofare…molto moderato rispetto al passato quando ho speso cifre che manco te le racconto») dice che la sua forza era quella «di alzare il telefono» e interfacciarsi con qualcuno, presumibilmente un politico conosciuto, che finora i magistrati hanno voluto tutelare?
Gli altri politici indagati nell’inchiesta sullo Stadio della Roma
D’altro canto le stranezze dell’inchiesta non finiscono qui. Ieri si è parlato del giallo delle email cancellate da Lanzalone: quando i carabinieri hanno controllato il computer che si trova nell’appartamento di Lanzalone dietro via San Lorenzo in Lucina, poche ore dopo la cena di finanziamento per Rousseau a cui l’avvocato aveva partecipato e nella quale era presente anche Davide Casaleggio, hanno “scoperto” che le mail erano state tutte cancellate. Perché? Il 24 maggio scorso, 20 giorni prima che scattassero le manette, Virginia Raggi in persona aveva avvertito Lanzalone che i carabinieri erano arrivati in Campidoglio chiedendo di vedere per sequestrarli i documenti sulla consulenza affidata all’avvocato Lanzalone sulla questione dello Stadio.
La domanda è: perché Lanzalone ha cancellato tutte le mail? Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che l’avvocato possa essersi mosso dopo essere stato avvertito della perquisizione del 24 maggio. Il giallo si intreccia con l’interrogatorio di Lanzalone, che al magistrato ha detto di essere stato scelto da Raggi per la mediazione sullo stadio senza nominare Fraccaro e Bonafede. Ieri invece Davide Casaleggio ha dato un’altra versione dei fatti: “L’ho conosciuto dopo la sua esperienza a Livorno dove ha fatto un ottimo lavoro e per quello è stata una scelta naturale fargli portare avanti un’attività anche su Roma“. Si calcola che siano oltre 100 le pagine attualmente omissate: molte potrebbero spiegare anche perché le cose a Roma fanno così spesso “schifo”.
Omissis