Finisce, come era piuttosto prevedibile, a tarallucci e vino la vicenda di Jacopo Bonini
TARQUINIA – Il consiglio comunale ha chiuso i battenti a tarda ora ieri. Ultimo punto in discussione, la mozione dell’opposizione presentata dall’opposizione sulla vicenda del saluto romano fatto nella stanza dell’allora vicesindaco Manuel Catini.
Il sindaco Pietro Mencarini legge un documento a difesa del suo braccio destra e scarica tutte le responsabilità sull’amico di Catini immortalato nel fare il gesto incriminato: “Sulla vicenda sono in corso delle indagini: trovo inopportuno aprire una discussione per la quale i diretti responsabili sono già stati o dovranno essere ascoltati dall’autorità. C’è il rischio di lanciarsi in valutazioni personali e prove di riscontri, oltre che di interferire con le indagini in atto. Fermiamo ogni tentativo di strumentalizzazione: – ha concluso Mencarini – quanto avvenuto nulla ha a che fare con l’attività politica e amministrativa che stiamo svolgendo”.
Sandro Celli, consigliere PD: “La dichiarazione del sindaco è un nuovo tentativo di imbavagliare il consiglio, dopo aver disertato la convocazione precedente. La città, invece, ha bisogno di rispetto, facendo così glielo state mancando: e sinora solo dal sindaco ho sentito pronunciare parole di condanna e presa di distanza da quel gesto”.
“Le dimissioni da vicesindaco sono una risposta data a metà – afferma Renato Bacciardi – Rimettere la delega significa aver sbagliato qualcosa, ci spieghi cosa, altrimenti qualcosa non torna. Oltretutto, questo continuo nascondersi dell’amministrazione, sino a stasera, non ha fatto che prolungare una storia che altrimenti sarebbe già finita. Ora, almeno, spero per il futuro abbiate imparato a non giocare più dentro le stanze del comune”.
Cesarini (M5S) affronta il tema stucchevole dell’antifascismo: “Credo che, dopo quella foto giunta ovunque, questo consiglio debba impegnarsi non solo nei chiarimenti, ma anche nella stesura e condivisione di un documento comune sulla forza della democrazia e contro ogni forma di apologia del fascismo, che è cosa vecchissima che, però, ha la capacità di diventare un problema, per questa tendenza dei giovani e non solo a immaginare che, per risolvere i problemi, basti uno che faccia tutto”.