CIVITAVECCHIA – Domattina, presso gli uffici della Fondazione Cariciv, si traccerà il nome del sostituto di Vincebnzo Cacciaglia. Qualcuno, sbagliando, ci ha bollati come nemici della Fondazione. Non era e non è mai stato così.
A parte il dovere deontologico, che ci impone di riferire con obbiettività i fatti che interessano le comunità alle quali più direttamente è rivolto il nostro impegno, abbiamo sempre creduto che la critica sia il sale della democrazia e che essa possa aiutare a correggere gli errori, umani per definizione, che le istituzioni, non meno che gli individui, commettono.
Tanto poco ci sentiamo nemici della Fondazione da aver pensato in questi anni, forse ingenuamente, che la critica potesse invertire tendenze che – non era palese solo per chi si rifiutava di confrontarsi con la realtà – avrebbero fatalmente condotto all’annientamento di un ente con oltre 170 anni di storia alle spalle.
Per farla breve, siamo stati sempre animati dall’intento di evitare un disonorevole commissariamento dell’Ente, la sua incorporazione in altra fondazione o peggio ancora la sua liquidazione.
Abbiamo, talvolta, alzato ed esagerato i toni? Sicuramente sì, ma è la nostra natura e sono le regole della comunicazione, specie se il tuo interlocutore si ritiene in possesso della verità rivelata e non tiene conto di una, una soltanto, delle critiche che gli vengono rivolte.
Tutto questo oggi non conta più, come non contano polemiche interne ed esterne: se veramente si vuole ricostruire e dare nuovo slancio alla Fondazione, per metterla al riparo da pericoli incombenti, questa testata sarà disponibile a 360 gradi.
Tuttavia, come abbiamo avuto modo di esprimere nel messaggio di cordoglio – sincero, ma non ipocrita e immemore – alla famiglia dell’Avv. Vincenzo Cacciaglia, occorre un segnale di autentica discontinuità, un papa straniero in questi casi è la migliore soluzione possibile.
Un Papa che abbia capacità e curriculum per evitare che la Fondazione coli definitivamente a picco.
Riteniamo superfluo sostenere come Valentino Carluccio, Gabriella Sarracco, Giorgio Venanzi e Massimo Pinti siano nomi da evitare e che hanno, fin qui, avallato tutte le scellerate decisioni che hanno portato al disastro finanziario. Non entriamo, per il momento, sui pregi e difetti dei nomi che abbiamo elencato ma per il bene della Fondazione è meglio che facciano un doveroso passo indietro.
Franco Passeri si è dimesso. Riteniamo che il gesto “nobile” abbia ripristinato il buon gusto.
Due nomi sono stati fatti dai nostri colleghi civitavecchiesi e che riteniamo su questi si debbano concentrare per la loro grande esperienza e professionalità nel settore. Carlo Maria Falzetti e Umberto Zoli. Certo, il primo ha dalla parte sua un grado a dir poco invidiabile. E’ stato uno dei più prestigiosi direttori generali della Cassa di Risparmio di Firenze. Il secondo è bravo ma fin troppo legato, da troppi anni, con l’ex presidente Cacciaglia.