CIVITAVECCHIA – L’esponente cittadino di Forza Italia, Pasquale Marino, interviene sulla vertenza legata allo scarico merci e ricostruisce i fatti che, secondo lui, hanno portato ad un braccio di ferro tra gli operatori del settore.
Secondo l’esponente politico azzurro, i soggetti interessati alla movimentazione dei container della frutta, si stanno comportando come bambini dispettosi che si fanno ripicche e dispetti.
“Cerco di riassumere come si è arrivati alle tensioni di questi giorni – afferma Marino – che mettono a rischio l’occupazione di centinaia di addetti ai lavori.
Ad inizio anno, la CFFT “Civitavecchia Fruit & Forest Terminal”, rese noto che la movimentazione dei container fosse in aumento e, di conseguenza, la necessità di diminuire i tempi per lo sbarco, ovvero lo scarico.
La società che gestiva e gestisce le gru di proprietà dell’AdSP, cioè la GTC, evidentemente non riesce o non vuole collaborare con la CFFT.
Allora, secondo un mio punto di vista, ha intrapreso una strada diversa acquistando due gru da utilizzare in via autonoma scaricando così la frutta delle società Del Monte,Chiquita, Dole, Orsero, Bonita alle banchine 23 e 24 dove si trovano i capannoni refrigerati.
Tutto questo, ovviamente, con l’ autorizzazione, se pur provvisoria ai sensi della legge 84/94, del presidente Francesco di Majo.
A questo punto la GTC, secondo il mio pensiero, per difendere legittimamente i propri interessi, contesta l’iniziativa della CFFT e si adopera affinché intervenga nuovamente l’ Adsp per revocare l’autorizzazione.
Senza alcuna lungimiranza, il presidente Di Majo ha emesso un’ordinanza che prevede, a partire dal 15 settembre prossimo, lo sbarco della frutta solo ed esclusivamente alla banchina 25 dove opera, in via esclusiva, solo la Gtc con la conseguenza di aver messo fuori gioco la “Civitavecchia Fruit & Forest terminal”.
Una decisione che ha scatenato una guerra portuale.
Se la decisione non sarà rivista, la società Maersk che trasporta i prodotti ortofrutticoli Chiquita , Del Monte, Bonita ha già reso noto che è pronta a trasferire lo sbarco della merce in altra località portuale dove le garantiscono tempi più brevi per la movimentazione a parità di costo se bon addirittura meno.
Al momento, quindi, tutte le parti interessate si sentono danneggiate.
Credo invece che in questa guerra o braccio di ferro chi andrà a rimetterci sarà la città ed i circa 70 lavoratori interessati.
Credo – conclude Marino – che la soluzione debba passare attraverso il coinvolgimento del Comandante della Capitaneria di Porto Vincenzo Leone al quale va chiesto un arbitrato con relativa conciliazione.
Il Comandante Leone mi risulta essere persona equilibrata e stimata da tutti gli operatori portuali.
Invito il presidente Di Majo a coinvolgerlo convinto che, la sua autorevolezza, competenza e conoscenza della materia possa mettere fine a questo contenzioso e ridere serenità ai lavoratori e le loro famiglia”.